La consorteria di Filandari al centro dell’inchiesta della Distrettuale di Catanzaro che ha avanzato per gli indagati la richiesta di processo
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La Dda di Catanzaro con il pm, Annamaria Frustaci, ha chiesto al gup distrettuale il rinvio a giudizio per il clan Soriano di Filandari, nel Vibonese, colpito a febbraio con l’operazione antimafia denominata “Nemea”. Estorsione, detenzione illegale di armi e droga, minacce ai carabinieri, incendio aggravato, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, danneggiamento, furto, detenzione di ordigni esplosivi e spari in luogo pubblico i reati a vario titolo contestati a: Leone Soriano, Emanuele Mancuso (collaboratore di giustizia), Graziella Silipigni, Giuseppe Soriano, Giacomo Cichello, Francesco Parrotta, Caterina Soriano, Luca Ciconte, Massimo Vita, Mirco Furchì, Domenico Soriano, Domenico Nazionale, Rosetta Lopreiato, Maria Grazia Soriano, Giuseppe Guerrera, Luciano Marino Artusa, Alex Prestanicola. I reati sono aggravati dalle finalità e modalità mafiose. Il clan progettava di colpire con una bomba anche la caserma dei carabinieri di Filandari.
Queste le parti offese dai reati individuate dalla Dda di Catanzaro: l’imprenditore Antonino Castagna; il figlio Nicola Castagna; l’avvocato Daniela Castagna; l’avvocato Romano Pasqua, titolare della stazione di carburanti Esso di Filandari; l’imprenditore Pasquale Romano, titolare dell’impresa “Romano Fo.Pa. srl” sita a Ionadi; Marianna D’Agostino; Paola Limardo; Antonio Limardo; Davide Contartese; Marco Fuduli; Antonio Fuduli; Antonino Bova; Valerio Palmieri; Salvatore Todaro.
Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Francesco Schimio, Diego Brancia (difensore di Leone e Giuseppe Soriano, Rosetta Lopreiato, Graziella Silipigni e Alex Prestanicola) Francesco Capria, Nicola Cantafora, Antonio Merante, Giuseppe Di Renzo, Daniela Garisto (che assiste quattro indagati), Francesco Sabatino, Antonia Nicolini, Giovanni Vecchio, Gianni Russano, Salvatore Staiano, Demetrio Procopio, Pamela Tassone, Vincenzo Brosio.
L'operazione è stata condotta sul "campo" dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia.