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Un ergastolo e venti anni di reclusione per altri quattro imputati. Sono queste le pene chieste dal pm Elio Romano nell’ambito del processo Medea 2 che indaga, tra l’altro, sull’omicidio di Francesco Zagami, ucciso il 24 gennaio 2005. Zagami venne eliminato a pochi mesi di distanza dal fratello Domenico. I due omicidi, secondo gli investigatori, sarebbero avvenuti nell'ambito di una cruenta guerra di mafia tra cosche.
Alla sbarra sono comparsi Vincenzo Bonaddio, Aldo Notarianni, Maurizio Molinaro e Domenico Giampà, anche se le accuse riguardano anche Giuseppe Giampà, Angelo Torcasio e Saverio Cappello.
In aula Aldo Notarianni ha reso dichiarazioni spontanee ed ha ammesso di aver compiuto l’omicidio su ordine di Giuseppe Giampà, così come avevano fatto in precedenza sia Maurizio Molinaro che Saverio Cappello. Il magistrato Romano ha chiesto per tutti gli imputati la condanna a venti anni di reclusione, tranne che per Vincenzo Bonaddio per il quale è stato, invece, chiesto l’ergastolo.
Zagami sarebbe stato ucciso in quanto affiliato al clan rivale dei Cerra-Torcasio-Gualtieri e perché si temeva covasse un desiderio di vendetta e che si stesse organizzando per dare giustizia alla precoce morte del fratello.
La prossima udienza sarà il 28 maggio e vedrà le arringhe degli avvocati Francesco Pagliuso e Francesco Gambardella.
Tiziana Bagnato