Dopo oltre due ore di camera di consiglio, la Corte di assise appello di Catanzaro ha confermato le due condanne di primo grado all'ergastolo ed a 18 anni di reclusione rispettivamente per Michele Dattolo (difeso dai legali Leopoldo Marchese e Pino Zofrea) e Giovanni Giampà (difeso dall'avvocato Salvatore Staiano), imputati per l'omicidio pluriaggravato di Giovanni Villella, 31enne ucciso il 4 giugno 2011 a colpi di fucile caricato a pallettoni a Lamezia Terme. I giudici hanno  accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Raffaela Sforza, lasciando immutata la sentenza di primo grado a carico dei due uomini che arrivò dalla Corte d'assise di Catanzaro il 30 dicembre del 2013, quando inoltre i familiari della vittima, Domenico Villella e Maria Cortese, costituiti parte civile con l'avvocato Antonio Larussa, avevano ottenuto una provvisionale di 50mila euro in attesa della liquidazione del risarcimento loro dovuto. L'agguato a Giovanni Villella, autotrasportatore di Lamezia, avvenne nel cuore della notte. L'uomo fu attirato in una trappola in un vivaio nella zona dell'aeroporto, e qui fu raggiunto da diversi colpi, l'ultimo dei quali al viso. Le indagini della Polizia sul delitto portarono poi al fermo della moglie di Villella, Pina Jennifer, la presunta amante di Giovanni Giampà, lo stesso Giampà e di Dattolo, accusato di essere stato l'esecutore materiale dell'omicidio. Secondo l'ipotesi dell'accusa la donna, innamoratasi dell'ex calciatore della Vigor Lamezia, Giampà, e divenutane l'amante, lo avrebbe istigato a uccidere il marito, che venne freddato a fucilate. Pina Jennifer scelse in seguito la strada del giudizio abbreviato, che si concluse con una condanna a 16 anni di reclusione, ridotta a 14 anni in appello il 27 novembre del 2013. I due uomini, invece, optarono per il dibattimento, che si concluse con una condanna all'ergastolo e una a diciotto anni di reclusione, pene oggi confermate anche in Appello.


Gabriella Passariello