Fu Edoardo Mangiola a riprendere le fasi dell’omicidio Puntorieri? A giudizio di alcuni esponenti della cosca Libri pare proprio di sì. È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta “Libro nero” che ha portato all’arresto di 17 persone, fra cui importanti politici regionali e locali. Tra loro, anche Alessandro Nicolò, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Proprio esaminando il materiale accusatorio nei riguardi del politico, vengono fuori alcune importanti intercettazioni concernenti l’omicidio di Marco Puntorieri, ucciso a sangue freddo nelle campagne reggine, attirato con l’inganno in quello che doveva essere un appuntamento preparatorio per commettere un delitto.

Nicolò si mischia con gli assassini del padre

Il gip fa un passo indietro e ricorda come il padre di Alessandro Nicolò, Pietro, e Giuseppe Morabito, siano stati uccisi per mano di esponenti della cosca Libri, lo stesso clan cui erano organici. Lo riferiscono i pentiti Fracapane e De Rosa. Quest’ultimo, fra l’altro, dice al pm che Mico Tatù, «parlando di Sandro Nicolò, dice che è un opportunista perché lui si mischia con le persone che gli hanno ammazzato il padre». Insomma, il pentito afferma che furono i Libri ad ucciderlo.

L’omicidio Puntorieri

Il giudice valorizza un’altra conversazione intercettata ed è qui che viene fuori il nome di Mangiola. Gli interlocutori discutono, con preoccupazione, della possibilità che Domenico Ventura (storico sicario dei Libri) decida di collaborare con la giustizia. Una eventualità dettata alla sua condanna per l’omicidio Puntorieri ed alla tragedia “iarmata” (armata) da Edoardo Mangiola. A parlare è Mimmo Tortorella, il quale sa che dietro quell’efferato delitto ci sono i Libri. Secondo lui, dunque, le indagini della polizia giudiziaria avrebbero portato a identificare in Edoardo Mangiola la persona che organizzò la “tragedia” per conto di «quelli di Cannavò… che l’hanno preparata». Sartiano, invece, è dell’idea che fu solo Mangiola a fare tutto: «Siccome si voleva togliere a Mico Ventura, perché Mico Ventura stava rompendo qua di… che lui voleva gestire tutto, e che sai? Non va bene va…». Da qui la scelta di Mangiola di riprendere le fasi dell’omicidio. Agli investigatori, infatti, arrivò del materiale video in cui si vedeva chiaramente Ventura portare Puntorieri in un luogo isolato. Poi si sentì lo sparo con cui l’uomo venne ucciso. L’obiettivo sarebbe stato quello di scalzare Ventura e le sue aspirazioni criminali.

Le conseguenze per i Libri

A riprendere le fila del discorso è Sartiano il quale fa riferimento alle conseguenze che ci saranno per i Libri, se non procederanno a punire Mangiola, così come pretenderebbe Ventura. Così Sartiano: «Il problema sai qual è ora? Lui ancora non si è reso conto, perché non l’ho visto è scomparso… Mico Ventura …inc… se non glielo ammazzano a Mico… Ora in un discorso giusto o ci stiamo… ora loro (i Libri) si spaventano perché lo sanno che prima o poi Ventura si butta pentito se non glielo ammazzano, non c’è la soluzione non ci vuole niente che si butta pentito Mico Ventura, perché dice, come? Mi hanno abbandonato così a me? Almeno me lo ammazzate, non me lo fate? E allora e… non c’è … qua ci sono un sacco di cose».

«Finisce pure Sandro»

I conversanti ne sono certi: se Ventura si pente, finisce pure Sandro, inteso come Alessandro Nicolò.

Sartiano: «Se si butta Ventura escono tutte le cose fuori eh eh. Secondo me, io non è che so però è … ma io immagino non è che...».

Tortorella: «In quel pezzo non resta nessuno»

Sartiano: Ah?

Tortorella: In quel pezzo non resta nessuno perché esce fuori e… Morabito, esce fuori…

Sartiano: Tutto, tutto tutto certo, eh, finisce Sandro, tutto eh

Tortorella: Escono

Sartiano: Finisce pure Sandro

Tortorella: Certo

Sartiano: Una volta che esce fuori un fatto di quelli che lui lo ha ammazzato per Mico Libri

 

LEGGI ANCHE: