Il pm Stefano Ammendola ha chiesto la condanna a otto anni di reclusione ciascuno per i due collaboratori di giustizia Vittorio Foschini e Salvatore Pace, imputati davanti al Gup di Milano Marta Pollicino dell'omicidio di Umberto Mormile, educatore del carcere di Opera ucciso dalla 'ndrangheta l'11 aprile del 1990 mentre si recava al lavoro. Il pm ha chiesto il riconoscimento dell’attenuante della collaborazione, ritenendola prevalente rispetto alle aggravanti e alla recidiva.

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Foschini aveva chiesto il patteggiamento alla pena di un anno di reclusione in continuazione con precedenti condanne per omicidio. Ma la procura (oltre al sostituto Ammendola, la procuratrice aggiunta Alessandra Dolci) nei giorni scorsi hanno negato il consenso al patteggiamento. Oggi i difensori di Foschini, avvocato Montagnani, e di Pace, avvocato Verdeoliva, hanno chiesto e ottenuto dal gip il rito abbreviato, in cui si sono costituiti parte civile, Daniela Mormile, figlia di Umberto, e Nunzia Mormile, sorella della vittima, rappresentati dall'avvocato Fabio Repici, che assiste anche il fratello di Mormile, Stefano, già costituitosi in precedenza.

L'udienza è stata rinviata al 2 febbraio, per gli interventi dei difensori e delle parti civili, e per la sentenza. Per l'omicidio sono già stati condannati nel 2005 come mandanti i boss della 'ndrangheta Antonio Papalia e Franco Coco Trovato e come esecutori materiali Antonio Schettini e Antonino Cuzzola. Nel 2011, in un altro processo, è stato condannato come mandante anche Domenico Papalia.