Omicidio Gioffrè, vacilla la versione del piccolo Niky coinvolto nell'agguato

Non si conoscono le motivazioni del Tribunale della libertà in merito alla scarcerazione di Domenico Fioramonte, accusato del delitto, ma la difesa ha puntato sull'inattendibilità del piccolo bulgaro che avrebbe riconosciuto uno dei killer dalla voce. Per i legali però può essere provato che l'indagato non era a Seminara il giorno del delitto

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di Francesco Altomonte
30 ottobre 2018
16:56

Il Tribunale della libertà ha scarcerato Domenico Fioramonte, accusato dell'omicidio di Fabio Giuseppe Gioffrè. La richiesta era stata formulata nell'udienza tenuta al Riesame venerdì scorso e formulata dagli avvocati di Fioramonte, Guido Contestabile e Girolamo Curti. L'omicidio è avvenuto a Seminara il 21 luglio scorso. La Dda reggina si era opposta alla scarcerazione.

 


Non si conoscono ancora la motivazioni dei giudici reggini, ma si può ipotizzare che l’attendibilità del bambino bulgaro, testimone oculare dell’omicidio e ferito durante l’agguato, sia stata messa in discussione. Nella memoria difensiva, infatti, il primo punto trattato è proprio la versione offerta dal piccolo Nikolay agli inquirenti, che avrebbe riconosciuto uno dei due killer dalla voce.

 

La versione di Niki

«Niki – si legge nella memoria difensiva - viene trasportato in ospedale il 21 luglio e rimane ricoverato sino al 3 agosto quando dimesso torna dai genitori a Seminara. Il 4 di agosto viene collocato presso una casa famiglia e da quel momento ha la possibilità di comunicare con i propri genitori solo telefonicamente ad eccezione di un solo incontro diretto che avverrà da lì a breve. Il 21 agosto è data importante perché Niki per la prima volta esterna il suo convincimento…sulla identità dell’autore dell’omicidio…Ora, non può essere sottaciuto un dato, vale a dire, Niki esterna il suo convincimento circa l’autore del delitto indicando “Mimmo” dopo un mese dal delitto ed in tale contesto temporale egli, come è ovvio, intrattiene rapporti…con i propri genitori che…parlando tra loro, prospettando ipotesi, hanno potuto influenzare il bambino».

 

Diverse altre «incongruenze» segnalate dai difensori. Sentito a sommarie informazioni – aggiungono - dapprima dice che ha avuto modo di ascoltare la voce di tutti e due i killers per poi correggersi dice che uno solo ha parlato. La voce gli giunge attraverso la maschera che il killers indossa e quindi la percepisce alterata ed altresì riferisce che quel “Mimmo” ha gli occhi azzurri ma non è vero, poiché l’indagato…ha gli occhi scuri. Ma anche sull’altezza sorgono problemi perché Niki attribuisce al killer una altezza che certamente non è quella di Domenico Fioramonte».

 

L’omicidio di Fabio Gioffrè

«Il gip ci chiede – aggiungono i legali - di fare un atto di fede e credere alla ricostruzione secondo cui Domenico Fioramonte il 21 luglio 2018 litiga con Fabio Gioffrè presso il frantoio e la questione è talmente grave da fargli maturare l’idea più sconvolgente per un essere umano, vale a dire commettere un omicidio. Si badi bene a quello che si deve scrivere per mantenere in carcere Fioramonte: un onesto padre di famiglia, incensurato, interessato solo al lavoro e vittima della ferocia delle cosche, decide di ammazzare quello che per storia personale e ancor di più storia familiare, viene ritenuto uno degli esponenti delle famiglie più feroci di Seminara! Convintosi di ciò, nello spazio di qualche minuto, cogita prima e pone in essere poi, il piano omicidiario per uccidere Gioffrè, con una freddezza a dir poco eccezionale e fuori dal comune. Per di più, si consideri che l’indagato è affetto da una grave ed invalidante patologia oculare…Sostanzialmente ci vede molto male quanto meno dall’occhio non trattato chirurgicamente.

 

Talché la prova delle difficoltà visive di Domenico Fioramonte che evidentemente lo rendono soggetto poco “idoneo” all’uso delle armi da fuoco…Domenico Fioramonte dovrebbe individuare un complice, tecnicamente fidato e “amico” a tal punto da rischiare un ergastolo e la dannazione eterna praticamente per nulla, solo per fargli un favore».

 

«Fioramonte non era a Seminara»

Gli avvocati Contestabile e Curti mettono in dubbio anche l’esistenza dell’alterco tra Fioramonte e Gioffrè, che avrebbe fatto decidere al primo di uccidere il secondo, e il fatto che l’indagato fosse a Seminara all’ora in cui si consumava il delitto, cioè intorno alle 12.

«La corretta lettura delle indagini – scrivono i due penalisti - che ci impegnano consente di conquistare un privilegio di eccezionale portata dimostrativa rappresentato dal fatto che è possibile ripercorrere con precisione i movimenti di Domenico Fioramonte nel corso della mattina del 21 luglio 2018…Il primo riferimento corre al tabulato GPS della autovettura targata…in uso al fratello Salvatore Fioramonte rilasciato dalla assicurazione Allianz agli atti del P.M. nonché il tabulato del traffico telefonico generato dalla utenza cellulare 329...... in uso a Domenico Fioramonte

Gli elementi di indagine forniti dalla difesa sono rappresentati dal tabulato GPS del trattore targato…in proprietà all’indagato cristallizzato nella consulenza di parte del dottore Angelo La Marca e dalla dichiarazione testimoniale resa da Santo Gagliostro». Quest’ultimo è il meccanico dal quale i fratelli Fioramonte avrebbero portato il loro trattore la mattina dell’omicidio. Incrociando i dati dei gps dell’auto e del trattore e delle celle telefoniche, i difensori arrivano a collocare l’indagato alla Tonnara di Palmi all’ora del delitto. Elementi che hanno portato il Tdl alla scarcerazione di Fioramonte e all’assegnazione di un punto al collegio difensivo.

 

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