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Ergastolo e isolamento diurno per sei mesi: è la sentenza emessa oggi dalla Corte d'Assise di Cuneo nei confronti di Vittorio Ierinò, ex affiliato alla 'ndrangheta, pluripregiudicato ed ex pentito, accusato dell'omicidio di Salvatore Germanò.
Nell'estate del 2014 il cadavere di Germanò venne ritrovato sepolto vicino al greto del torrente Gesso, a Borgo San Dalmazzo. L'uomo era stato ucciso da un colpo di pistola alla nuca e per i giudici della Corte d’assise di Cuneo fu Vittorio Ierinò a ucciderlo.
I due mandanti sono già in carcere: diciotto anni per l’ex carabiniere (in servizio proprio alla stazione di Borgo) Pantaleone (Franco) Parlato e quattordici per il geometra Pier Giorgio Alessandro Mandrile.
Per l’accusa Parlato e Mandrile avevano contratto pesanti debiti nei confronti della vittima, agli arresti domiciliari, e assoldato proprio Ierinò per regolare i conti.
Nella sentenza è stabilito anche che Vittorio Ierinò dovrà risarcire i famigliari della vittima, la somma complessiva sarà stabilita dal giudice civile.