L’impugnazione straordinaria proposta dall’avvocato Diego Brancia davanti alla competente Corte d’Assise d’Appello di Salerno: «Fatti nuovi grazie alle investigazioni della difesa e ad una perizia balistica»
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Condannato all’ergastolo in via definitiva quale mandante dell’omicidio di Saverio Carone, Pasquale Quaranta – presunto boss di Santa Domenica di Ricadi – tenta la revisione del processo. Assistito dall’avvocato Diego Brancia, Quaranta è attualmente detenuto nel carcere di Sulmona. Il fine pena mai venne inflitto dalla Corte d’Assise di Catanzaro il 14 ottobre del 2015, poi confermato dalla Corte d’Assise d’Appello il 22 settembre 2016. La vicenda processuale traeva origine dall’indagine condotta dalla Squadra mobile di Vibo Valentia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che condusse all’operazione denominata Peter Pan.
Fu sviluppata grazie alle dichiarazioni di Peter Cacko, operaio di origini slovacche che fu incaricato da Quaranta – riferì all’autorità giudiziaria, in seguito ad una profonda crisi di coscienza – anche dell’esecuzione di numerosi fatti di sangue. Tra questi, oltre l’omicidio di Saverio Carone, per ragioni di supremazia territoriale nell’area di Capo Vaticano, il tentato omicidio di Pietro Carone, fratello di Saverio. Mentre l’imputazione inerente il tentato omicidio di Ivano Pizzarelli (poi riqualificato in lesioni personali), contestato nel processo, cadde in prescrizione.
L’impugnazione straordinaria, da parte dell’avvocato Brancia, è stata depositata dinanzi alla competente Corte d’Assise d’Appello di Salerno. «I fatti nuovi legittimanti la richiesta di revisione – rende noto il penalista – coincidono con svariate investigazioni raccolte dalla difesa, oltre che sulla ricostruzione balistico-modale del fatto, utili ad escludere il coinvolgimento del ricorrente nella vicenda omicidiaria di Saverio Carone».