Il procuratore nazionale antimafia è intervenuto davanti alla Commissione parlamentare sul caso del fratello di un collaboratore di giustizia ucciso nelle scorse settimane a Pesaro
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«Nessuna cautela relativamente alla presenza di Marcello Bruzzese e del suo nucleo familiare era stata adottata, e quel che è peggio che nessuno si è mai accorto che l'uomo si recava settimanalmente fuori dal territorio e da quella città 5 giorni su 7, rientrando solo il venerdì: è evidente che questa è una carenza che sia la Commissione centrale che il Servizio centrale stanno verificando». Così il procuratore nazionale Cafiero De Raho davanti alla Commissione parlamentare antimafia intervenendo sul caso di Marcello Bruzzese, ucciso nelle scorse settimane e fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese.
Il procuratore ha sottolineato come «il Nop dovrebbe avere la possibilità di verificare puntualmente quali sono i movimenti dei collaboratori di giustizia e dei loro familiari e dovrebbe essere il riferimento al quale dovrebbe essere riportato ciò che è necessario e soprattutto l'allontanamento dal luogo di residenza che dovrebbe essere autorizzato e segnalato. La violazione di queste regole è rimessa al controllo del Servizio. È anche vero che Bruzzese ad oltre un anno e mezzo era stato espresso parere favorevole dalla procura per la capitalizzazione che consiste in una liquidazione forfettizzata, sottraendosi alle ferree regole del contratto che collaboratori e familiari sottoscrivono. Questo non modifica però i doveri del Servizio centrale e del soggetto che avrebbe dovuto osservare quelle regole».
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