Un delitto d’onore di stampo mafioso. L’omicidio di Bruno Lazzaro, il giovane assassinato il 4 marzo del 2018 a Gerocarne, fu concepito dalla ’ndrina Emanuele. È la tesi della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha scritto sul registro degli indagati otto persone considerate pienamente inserite nel contesto ‘ndranghetistico delle Preserre vibonesi: Gaetano Emanuele, 47 anni di Gerocarne, fratello del boss ergastolano Bruno Emanuele; Luca Ciconte, 29 anni di Sorianello; Franco Idà, 57 anni di Gerocarne; Michele Idà, 24 anni di Gerocarne; Giovanni Alessandro Nesci detto Alex, 31 anni di Soriano; Antonio Raffaele Pisani, 23 anni di Gerocarne; Angela Vono, 41 anni Gerocarne, moglie di Gaetano Emanuele; Domenico Zannino, 32 anni di Sorianello.

Secondo il pm antimafia di Catanzaro Annamaria Frustaci, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri, Gaetano Emanuele, Franco Idà, Angela Vono e Domenico Zannino avrebbero ordinato l’omicidio, eseguito materialmente da Michele Idà e Antonio Raffaele Pisani in concorso con Gaetano Muller (cugino della vittima e già giudicato colpevole dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, la quale – accogliendo le prospettazioni difensive dell’avvocato Giuseppe Di Renzo – aveva ridotto da 30 a 16 anni la pena inflitta in primo grado dal gup di Vibo Valentia). La vittima, infatti, avrebbe intrattenuto una osteggiata relazione sentimentale con Marianna Emanuele, figlia di Gaetano Emanuele e Angela Vono, a sua volta fidanzata con Gaetano Muller.

Il 4 marzo 2018 Muller, Pisani e Michele Idà avrebbero attirato Bruno Lazzaro fuori dalla sua abitazione, fino alla casa di Pisani, con lo scopo di «dargli una lezione». Qui sarebbe esploso un alterco, al culmine del quale Muller avrebbe tirato fuori un coltello ferendo mortalmente il rivale in amore. A questo punto, aiutato da Pisani e Michele Idà, Bruno Lazzaro sarebbe stato trasportato, con l’auto dello stesso Pisani, a casa di Angela Vono. Ritardati i soccorsi, la morte di Bruno Lazzaro fu inevitabile.

Lo sviluppo delle indagini della Dda di Catanzaro ha anche permesso di ricostruire quanto sarebbe avvenuto circa un anno prima del delitto. Bruno Lazzaro, infatti, proprio in ragione della relazione intrattenuta con Marianna Emanuele, sarebbe stato aggredito e reiteratamente minacciato affinché lasciasse la Calabria. Mandanti del disegno criminoso, in questo caso, i genitori della ragazza contesa e Franco Idà, esecutori Luca Ciconte, Michele Idà e Domenico Zannino.

L’informazione di garanzia è stata notificata dai carabinieri contestualmente ai rilievi che il Ris di Messina, nei giorni scorsi, agli ordini del tenente colonnello Carlo Romano, hanno condotto nelle abitazioni di Antonio Raffaele Pisani e dei coniugi Gaetano Emanuele (attualmente detenuto per altra causa) e Angela Vono. Il nome di Alex Nesci compare nell’epigrafe, ma non nelle imputazioni formulate dalla Dda di Catanzaro.