«Sono sereno, so di avere sempre agito e anche in questa circostanza nell'interesse collettivo. Io non ho mai utilizzato un euro di risorse pubbliche per agire in contraddizione all'interesse comune». Ha respinto ogni addebito il governatore della Calabria, Mario Oliverio, accusato di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta istruita dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia sugli appalti per la costruzione dell'impianto sciistico di Lorica e dell'aviosuperficie di Scalea. Quasi due ore fitte è durato l'interrogatorio di garanzia dinnanzi al giudice delle indagini preliminari, Pietro Carè, per il presidnete della Regione, assistito dal legale di fiducia Vincenzo Belvedere, alla presenza del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti Alessandro Prontera e Camillo Falvo.


«Ci sono diverse funzioni nella pubblica amministrazione - ha dichiarato Oliverio al termine dell'interrogatorio -. La mia è responsabilità di governo della Regione, poi ci sono gli enti che operano ciascuna per le proprie responsabilità». Secondo l'ipotesi formulata dalla Procura, il governatore si sarebbe prodigato per sollecitare l'erogazione di fondi pubblici, non dovuti, all'imprenditore Giorgio Barbieri ottenendo in cambio il rallentamento del cantiere di piazza Bilotti a Cosenza, appaltato alla medesima società.


«Abbiamo oggi e abbiamo avuto in quella fase interesse che le opere si completassero per rendicontare la spesa alla comunità europea. Anche piazza Bilotti è un'opera finanziata con risorse comunitarie, quindi ritardarne la realizzazione avrebbe comportato un pericolo di perdita dei fondi». Le risorse, secondo la ricostruzione, sarebbero state erogate benchè la società non avesse raggiunto gli stati di avanzamento dei lavori. «Le opere complementari - ha aggiunto ancora Oliverio - sono state finanziate dalla Regione, in un programma generale di 1.700 opere, oggetto di finanziamenti perchè non andassero alla malora».


Luana Costa


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