Il sindaco sospeso di Riace ha espresso solidarietà nei confronti del governatore coinvolto nell’inchiesta della Dda di Catanzaro
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«Voglio esprimere la mia più forte solidarietà a Mario Oliverio. Non posso nemmeno immaginare che una persona con una forte sensibilità umana, vicina ai drammi e ai bisogni degli ultimi come lui possa minimamente avere a che fare con i poteri criminali che opprimono la nostra terra». Lo ha detto all'Ansa il sindaco sospeso di Riace, Domenico Lucano, in relazione all'inchiesta della Procura di Catanzaro che vede coinvolto anche il presidente della Regione Calabria.
«E questo - prosegue Lucano - non solo per quello che è accaduto nel caso di Riace, ma anche per ciò che Oliverio ha fatto e detto ad esempio nell'ultima riunione in Prefettura, a Reggio Calabria, quando si è discusso delle condizioni inumane in cui sono costretti a vivere i braccianti di colore nella tendopoli di San Ferdinando. O per la sua attenzione e vicinanza, d'accordo con le Ong e il sindacato Usb, verso quanti sono obbligati a vivere in condizioni disumane costretti a subire la violenza del caporalato, lo schiavismo e la negazione dei diritti sindacali».
«In questo senso - ha aggiunto Lucano - faccio un appello perché chi è indagato e non condannato non venga considerato colpevole a priori. È una persona ed è necessario, consentitemi di dirlo per esperienza personale, che la giustizia faccia il suo corso. Sono proprio questi i momenti in cui c'è bisogno di usare una maggiore umanità».
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