Il presidente della Regione si mette di traverso all’ipotesi di cancellare il sussidio entro sei mesi per chi venga ritenuto “occupabile”: «Giusto riformare la legge, ma prima di una stretta servono efficaci politiche del lavoro» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il governo tira dritto sullo stop al reddito di cittadinanza. Ma la prospettiva di una stretta - confermata ieri nella riunione di maggioranza con il premier Giorgia Meloni - apre il dibattito all'interno dello stesso centrodestra. Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria ed esponente di spicco di Forza Italia, non nasconde le sue perplessità di fronte all'ipotesi di cancellare il sussidio tra sei mesi a chi è ritenuto 'occupabile'. Almeno in questo momento storico, caratterizzato da una difficilissima congiuntura economica.
«La Calabria - dice Occhiuto, intervistato dall'agenzia di stampa Adnkronos - è una regione con uno dei tassi più alti di povertà assoluta. Per questo motivo, il reddito di cittadinanza, nella parte che riguarda il contrasto alla povertà, è una misura che in un periodo come questo non si può cancellare».
Tra caro energia, inflazione alle stelle e venti di recessione che soffiano forte sul Belpaese, secondo il governatore azzurro toccare una misura di sostegno per le fasce più indigenti può rappresentare un rischio: «Il reddito - sottolinea Occhiuto- si può migliorare, come dice giustamente il presidente Meloni, nella parte che riguarda l'accompagnamento al lavoro. Però, prima di attuare una stretta, sarebbe preferibile intervenire sulle politiche attive, sugli strumenti per incrociare domanda e offerta, per rendere ancor più sostenibile la volontà ineccepibile del governo di migliorare uno strumento che ha dimostrato di non funzionare».
In sintesi, per il presidente della Regione Calabria «è giusto» rivedere il reddito, come l'esecutivo intende fare, «ma - si interroga ancora l'esponente forzista - mi chiedo se il tempo sia quello opportuno. Alcuni obiettivi che il governo vuole giustamente conseguire si possono rimandare a mesi nei quali la situazione economica è più tranquilla».