VIDEO | L’Azienda starebbe per assumere medici dirigenti a tempo determinato, anziché convenzionati, pagandoli molto di più degli attuali. I professionisti catanzaresi si rivolgono al Tar
Tutti gli articoli di Cronaca
I medici del 118 dell’Asp di Catanzaro non mollano la presa. Quella avviata contro la gestione commissariale dell’azienda è ormai una vera e proprio guerra a colpi di esposti, denunce ed impugnazioni. Era l’estate scorsa quando, sostiene Antonio Pileggi, il legale degli oltre 70 medici d’emergenza che hanno fatto causa, senza nessuna autorizzazione da parte di un giudice, la triade annullava prima l’indennità oraria sulle ferie, e predisponeva poi il recupero totale sugli ultimi dieci anni di attività.
Cifre corpose quelle sottratte tutti i mesi direttamente dai conti correnti, in alcuni casi anche per ammontare totali di cento mila euro. Ecco perché molti hanno abbandonato il servizio ed è partita la prima causa davanti al Tribunale del Lavoro.
L’Asp ha poi chiesto la restituzione delle stesse cifre che già stava decurtando coattamente e i medici si sono rivolti alla Procura. Nel frattempo, il servizio del 118 già in equilibrio precario si è trovato così sotto organico e l’Asp ha prima assunto tramite contratto dinamico medici offrendo loro una retribuzione di gran lunga superiore a quella sulla quale la stessa azienda è intervenuta decurtando l’indennità con motivazioni di tipo ragionieristico e poi emanando una delibera per l’assunzione di medici a tempo determinato, anziché attingere a quelli convenzionati. Delibera che ora verrà impugnata al Tar.
È proprio questo l’ultimo capitolo della vicenda. Il provvedimento è per i medici del 118 chiaramente illegittima così come gli atti precedenti. Alla base dello scontro, tra l’altro, una totale mancanza di ascolto e di dialogo sia con i medici stessi che in merito alle diffide legali alle quali non è mai arrivata una risposta. Un rapporto che si è inasprito, nel frattempo sono stati prorogati triade e commissariamento dell’azienda sanitaria mentre si attendono gli sviluppi giudiziari di una vicenda che mette ancora più in crisi un servizio d’emergenza già claudicante. Mancano i mezzi, mancano i medici e il Covid ha appesantito la situazione.