Nei giorni scorsi è circolata la notizia di una presunta lacrimazione della statua di S. Francesco di Paola nella parrocchia di Pannaconi di Cessaniti, nel Vibonese. Come spesso accade in simili casi, si è gridato al sensazionale, attirando in paese tanti curiosi.
Preso atto di quanto successo, il vescovo della diocesi, mons. Luigi Renzo, ha provveduto subito a requisire la statua per sottoporla a scrupolosi e prolungati controlli e monitoraggio costante per verificare l'eventuale ripetersi del fenomeno. L'esito nei dieci giorni di osservazione serrata – si legge nella nota della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea - è stato negativo perché non è affiorato nulla negli occhi e sul volto della statua. Da questo si deduce che non si è trattato di un evento soprannaturale.

 

La diocesi aggiunge anche «che non avendo provveduto a suo tempo a raccogliere le gocce d'acqua comparse sul viso della statua, non è stato nemmeno possibile e non sarà possibile effettuare le dovute analisi chimiche necessarie. Pertanto non si può dire nulla sulla loro natura fisico-chimica».

La diocesi intende quindi «tranquillizzare la coscienza ed il sentimento religioso di chiunque, raccomandando altresì di radicare la propria scelta religiosa sull'insegnamento del vangelo, più che su questi fenomeni, che restano sempre marginali e non determinanti. Per di più tante volte si può trattare di semplici reazioni chimiche, possibili nella natura delle cose. Circa la statua in parola, per esempio, c'è da mettere in attivo il fatto nei giorni precedenti al fenomeno era stata spostata dalla chiesa in sagrestia per effettuare alcuni rilievi in vista di un suo prossimo restauro. E' plausibile che il cambiamento di sito e di clima, magari più umido nella sagrestia, abbia potuto provocare la condensa di gocce d'acqua, riprese in quel momento con video e foto. Il legno, come si sa, può assorbire umidità, che poi in situazioni nuove di temperatura rigetta sotto forma di gocce di acqua. Non è da escludere nulla, visto tra l'altro che si è trattato di un fenomeno occasionale, non più ripetuto nel tempo!».


Alla fine della nota c’è spazio anche per l’ironia: «Se San Francesco avesse voluto essere più convincente e comunicare qualcosa con le sue lacrime, avrebbe ripetuto la cosa anche davanti al Vescovo nei successivi giorni di osservazione, cosa che non è avvenuta, almeno finora. Tutto in buona pace e serenità di spirito».

 

LEGGI ANCHE: