Gli avvocati Penna e Pisani evidenziano l’omessa custodia e vigilanza dei pazienti ricoverati: «In corso indagini difensive, non escludiamo di segnalare alla Procura condotte penalmente rilevanti»
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«Gli avvocati della famiglia della piccola Sofia, Chiara Penna e Paolo Pisani, diffidano “IGreco – Ospedali riuniti Srl” in persona del legale rappresentante pro tempore – Clinica Sacro Cuore Cosenza». Così i due avvocati della famiglia vittima del rapimento avvenuto lo scorso 21 gennaio. «L’aspetto al momento evidenziato – dicono i due legali – è quello della omessa custodia e vigilanza dei pazienti ricoverati, con particolare riferimento ai minori neonati, considerato il sequestro di persona subito dalla neonata e il danno cagionato alla degente Valeria Chiappetta nonché al papà e all’intera famiglia Cavoto».
«I legali – si legge nella nota – specificano che non si escludono ulteriori integrazioni di querela da porre all’attenzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Dottore Tridico, che si occupa del caso, in ordine a possibili condotte penalmente rilevanti e riconducibili sempre alla Clinica, all’esito delle attività di indagine difensive in corso, sulle quali continuano a mantenere stretto riserbo».
L’avvocato della famiglia: dalla clinica neanche un messaggio di scuse
A Fanpage la legale Chiara Penna ha rilasciato una dichiarazione a commento della diffida: «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della Clinica. La madre di Sofia non ha ricevuto scuse da chicchessia. Ho seguito qualche intervista rilasciata dall’indagato, ma non mi pare abbia mai manifestato alcuna forma di vicinanza nei confronti della famiglia. La famiglia di Sofia sta cercando di affrontare al meglio quanto accaduto, dedicandosi principalmente ai bambini. Certo Sofia non meritava di iniziare la sua vita con questa esperienza. Motivo per cui i genitori preferiscono dedicarsi ai loro affetti e a non esporsi pubblicamente. Lo hanno fatto doverosamente i giorni dopo l’accaduto, anche per ringraziare quanti si sono mobilitati, ma ora ci siamo noi avvocati, che abbiamo il compito non solo di difenderli ma di proteggerli. Per il resto, con il collega, daremo seguito a tutte le azioni possibili, sia in sede civile che penale per tutelare i loro diritti nei confronti di chiunque sia coinvolto nella vicenda. Nessuno escluso».
La piccola Sofia fu rapita dalla clinica lo scorso 21 gennaio da Rosa Vespa che fingendosi operatrice sanitaria la sottrasse alla sua mamma. Dopo poche ore, la bimba fu ritrovata dagli agenti della squadra mobile di Cosenza, guidati dal questore Giuseppe Cannizzaro. Nell'immediatezza dei fatti, Rosa Vespa fu arrestata assieme al marito. Alcuni giorni dopo il coniuge Acqua Moses è stato rimesso in libertà perché ritenuto estraneo ai fatti, mentre Rosa Vespa da quella notte è in carcere con l'accusa di sequestro di persona.