Con una comunicazione laconica e senza appello che risale al 28 marzo scorso  il canale You Tube ha rimosso il video del massmediologo Klaus Davi che conteneva l’audio del finto carabiniere che si era presentato il 12 marzo scorso, mentre  lo stesso stava realizzando un servizio sotto l’abitazione del presunto boss del clan Tegano. “Il video era postato da quasi quattro settimane – racconta lo stesso Davi – e conteneva esclusivamente l’audio dello pseudo carabiniere che mi aveva fotografato durante il servizio”. A seguito della inaspettata ‘visita’ Emanuele Fiano, deputato e Responsabile nazionale PD con delega alle Riforme, ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro degli Interni Angelino Alfano. Davi ricorda che “in merito a quell’inquietante episodio, ho presentato una denuncia presso la Polizia che si è dimostrata estremamente reattiva e attenta alla vicenda.”

 

E’ il secondo video realizzato dal massmediologo sul  tema ‘Ndrangheta che viene rimosso. Nel primo caso si trattava di un servizio dedicato sempre a Eddy Branca che il portale aveva oscurato togliendolo dai materiali disponibili sulla piattaforma web e successivamente di nuovo reso visibile dopo aver accolto il ricorso del giornalista.

“Ho chiesto chiarimenti alla sede italiana di Google visto che l’audio caricato e mandato on line è di mia proprietà ed era stato registrato in una strada pubblica (Via nazionale a Reggio Calabria) e conteneva la voce di un soggetto che si è qualificato come un pubblico ufficiale, testimoniato dall’audio nel quale si sentiva tale affermazione e del quale siamo ancora comunque in possesso”.

 

“A distanza di sette giorni dalla rimozione, Google non ha dato alcuna spiegazione, rinviando la nostra  richiesta di chiarimenti alla sede di Parigi, luogo in cui risiedono gli uffici competenti a dirimere le questioni di questo tipo per l’Italia.Riteniamo che il provvedimento di Google sia frutto di un errore e siamo in attesa di spiegazioni. Non possiamo fare a meno di notare che sul tema Mafia ci sia una sensibilità particolare del canale che francamente ci sembra confligga palesemente col diritto di cronaca da noi esercitato e tutelato dalla legge”.