Sono state le tracce biologiche rinvenute sull’auto usata per l’attentato e in due abitazioni in Germania, a determinare la colpevolezza e la condanna all'ergastolo di Sebastiano Nirta, classe 1971, nella “strage di Duisburg”, avvenuta il 15 agosto del 2007, allorquando vennero uccisi sei giovani davanti al ristorante “Da Bruno”. 

Come riporta questa mattina Gazzetta del Sud, sono state depositate le motivazioni con le quali la Corte di Cassazione, lo scorso novembre, ha confermato la condanna all’ergastolo decisa dalla Corte d’Assise d’Appello del 50enne di San Luca, per l’accusa di omicidio pluriaggravato nell’ambito della “strage di Duisburg”, che ha segnato l’apice della faida di San Luca tra le opposte consorterie dei Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, per la quale è stato condannato all’ergastolo anche Giovanni Strangio.

La seconda sezione penale della Cassazione ha infatti, respinto i ricorsi presentati dagli avvocati di Nirta, Vincenzo Nico D’Ascola, Antonio Russo, Francesco Siclari e Antonio Femia, sostenendo che la Corte d’Assise d’Appello ha rispettato le indicazioni imposte dalla sentenza di annullamento in quanto «ha verificato la riconducibilità della traccia 710 a Sebastiano Nirta e dunque ha ricostruito la prova mettendo in correlazione il nuovo elemento (ritenuto decisivo nella sentenza di annullamento) della presenza di una traccia, certamente riferibile all’imputato sul tappo del serbatoio della benzina posto all’esterno dell’autovettura Renault Clio utilizzata per l’attentato, con gli elementi già esistenti, ossia la presenza di tracce biologiche certamente riferibili all’imputato, sia nella stessa autovettura, ossia sulla fibbia della cintura di sicurezza del sedile lato passeggero e sulla manopola di regolazione del sedile lato passeggero sull’auto sicuramente utilizzata da Strangio per compiere l’azione omicidiaria; sia nelle abitazioni di Kaarst (traccia su una bottiglia di birra) e di Dusserdolf (traccia su un mozzicone di sigaretta), attestanti la compresenza di Nirta e Strangio nelle abitazioni certamente utilizzate da quest’ultimo come basi logistiche per l’attentato di Duisburg».

La Corte di Cassazione, nel respingere il ricorso presentato dagli avvocati di Nirta, ha rilevato che la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria «ha dato puntuale risposta a tutti i quesiti proposti con l’atto di appello e ha articolato la sequela di tracce che le hanno consentito di visualizzare tutti gli spostamenti di Nirta, sulla base di elementi fattuali certi, che le hanno fatto vedere l’imputato partire da San Luca, in Calabria, passare in Veneto, approdare in Germania, quivi incontrarsi con Giovanni Strangio e con questi recarsi nelle abitazioni di Kaarst e Dusserdolf, utilizzate come base logistica prima dell’azione delittuosa, e quindi sedere sul lato passeggero dell’autovettura Renault Clio, certamente utilizzata per compiere l’azione delittuosa».