Il provvedimento riguarda un 52enne originario di Platì. Avrebbe intestato a prestanomi una serie di imprese da lui amministrate per aggiudicarsi subappalti nell’ambito di opere pubbliche
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Beni per 6 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia in esecuzione di un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Milano – Sezione Misure di Prevenzione ai sensi del codice antimafia. La misura è stata emessa, su proposta congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia milanese e del Direttore della Dia nei confronti di un uomo di origini calabresi residente in provincia di Milano.
L’istruttoria è stata originata dall’attività di polizia giudiziaria svolta dalla Dia sotto l’egida della procura milanese che aveva portato all’arresto dell'uomo in quanto gravemente indiziato del reato di trasferimento fraudolento di beni e valori. Nel dettaglio, le attività investigative avevano messo in luce come grazie alla “copertura” fornitagli da alcuni prestanome, l’indagato, già in passato condannato per reati di traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, avesse fittiziamente attribuito a terzi la titolarità delle sue aziende. Tutto ciò al fine di eludere l’avvio di un eventuale procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e per aggirare, in qualità di subappaltatore e subfornitore in appalti pubblici, le disposizioni in materia di certificazioni antimafia.
Il provvedimento riguarda Pietro Paolo Portolesi, 52 anni originario di Platì (Reggio Calabria) condannato lo scorso 21 luglio a 3 anni e 3 mesi con l’accusa di trasferimento fraudolento di beni e valori. Stando alle indagini della Dia, coordinate dall’aggiunto Alessandra Dolci e dal pm Silvia Bonardi, Portolesi, pregiudicato per l’affiliazione alla locale di ‘ndrangheta di Volpiano (Torino), temendo l’avvio di un procedimento di applicazioni di misure di prevenzione avrebbe intestato a prestanomi una serie di imprese da lui amministrate e operanti nel settore delle cave, del trasporto e dello stoccaggio di materiali inerti e di rifiuti da demolizione.
Le società di Portolesi si sarebbero aggiudicate subappalti nell’ambito di opere pubbliche come le demolizioni all’Ortomercato di Milano, i cantieri della Tangenziale di Novara e anche della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana che ospiterà il villaggio olimpico per i giochi invernali del 2026. Il 15 giugno 2022 Portolesi era finito agli arresti domiciliari su ordine della gip Anna Calabi.
I beni sequestrati
Gli sviluppi delle successive investigazioni economico-finanziarie hanno consentito di pervenire alla puntuale individuazione di quattro complessi aziendali (comprensivi di un fabbricato ad uso industriale, terreni, conti correnti oltre a trenta automezzi tra autovetture, trattori stradali e rimorchi) nonché di altri tre immobili intestati a terze persone ma nella piena disponibilità dell'uomo, il tutto per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, sottoposti a sequestro in quanto ritenuti il frutto delle attività illecite commesse da quest’ultimo.