La 'ndrangheta esprime «un radicato livello di penetrazione nel mondo politico ed istituzionale, ottenendo indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche».

Analogamente, «l’infiltrazione nel settore imprenditoriale le consente di inserirsi nelle compagini societarie sane, ottenendo il duplice effetto di riciclare i proventi illecitamente accumulati e di acquisirne ulteriori attraverso i canali legali, arrivando anche a 'scalare' le imprese fino a raggiungerne la titolarità». Lo scrive la Direzione investigativa antimafia nella relazione semestrale sulla sua attività trasmessa al Parlamento.

Il complesso delle indagini restituisce ancora una volta «l’immagine di una ‘ndrangheta tendenzialmente silente, ma più che mai viva nella sua vocazione affaristico imprenditoriale, saldamente leader nei grandi traffici di droga, ambito in cui continua ad acquisire forza e 'prestigio', anche a livello internazionale».

Per la relazione, «l’efficacia delle consorterie calabresi è da ricercarsi, innanzitutto, nella loro struttura organizzativa a base familiare, compatta dall’interno e per questo meno esposta al fenomeno del pentitismo. Ciò rende la mafia calabrese la più affidabile anche dinanzi ai paritetici gruppi criminali stranieri, con i quali intesse  relazioni, espandendosi capillarmente.

Uno dei punti di forza della ‘ndrangheta risiede nella sua capacità di stabilire legami diretti con diversi interlocutori.

Le più recenti investigazioni hanno dato prova di come le ‘ndrine riescano a relazionarsi egualmente con le altre organizzazioni criminali del Sud o del Centro del Paese, ma anche con interlocutori di diversa estrazione sociale, siano essi politici, imprenditori o figure professionali in ogni caso utili ai tornaconti delle cosche».

Di fatto, «ci si trova di fronte ad una mafia arcaica nella struttura e moderna nella strategia, capace di creare e rafforzare sempre di più i propri vincoli associativi interni, creando seguito e consenso soprattutto nelle aree a forte sofferenza economica, ma allo stesso tempo in grado di adattarsi alle evoluzioni del contesto esterno, nazionale ed internazionale, tenendosi al passo con i fenomeni di progresso e globalizzazione, anche grazie alle giovani leve che vengono mandate fuori regione a istruirsi e formarsi per poi mettere a disposizione delle ‘ndrine il bagaglio conoscitivo accumulato».