Si è aperto stamane, nell’Aula bunker del nuovo Tribunale di Vibo Valentia, il processo “Costa pulita”, scaturito dall’omonima operazione antimafia scattata nell’aprile dello scorso anno e che mira a far luce sulle attività illecite di un’articolazione del clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, sul clan Accorinti-Bonavita-Melluso di Briatico e sulla “famiglia” Il Grande di Parghelia.

 

Parti civili nel processo: la Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Vibo Valentia, i Comuni di Briatico e Parghelia e l’Associazione antiracket, mentre hanno avanzato direttamente in aula questa mattina la medesima richiesta, attraverso l’Avvocatura dello Stato, il Ministero dell’Interno e il Commissario antiracket, l’imprenditore di Briatico Salvatore Barbagallo, l’imprenditore Francesco Cascasi di Vibo Marina, l’imprenditore di Rizziconi Giuseppe Di Masi (assistito dall'avvocato Saccomanno), dall'imprenditore di Maierato Angelo Derenzo, socio della Tirrena Trasporti srl", Lucia Romano di Vibo Marina.

 

Tra le parti offese figura la presidenza del consiglio dei ministri che non ha, tuttavia, avanzato alcuna richiesta di costituzione di parte civile. Dopo la costituzione delle parti il processo è stato rinviato al 28 giugno prossimo a causa dell’adesione degli avvocati del collegio di difesa all’astensione dalle udienze (dal 22 al 25 maggio) indetta dall’Unione delle Camere penali per protestare contro la riforma del processo penale di iniziativa governativa sul quale è stato imposto il voto di fiducia al Parlamento. A rappresentare l’accusa questa mattina in aula era presente il pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci.

Per leggere i nomi degli imputati vai su IlVibonese: ‘Ndrangheta, Costa pulita: processo rinviato per lo sciopero dei legali.

 

Giuseppe Baglivo