Al termine della sua requisitoria nel processo, con rito abbreviato, scaturito dalle operazioni "Frontiera" e "Cinque lustri" con cui è stato sgominato il clan Muto di Cetraro, il sostituto procuratore di Catanzaro Alessandro Prontera ha chiesto la condanna per tutti i 39 imputati alla sbarra.

 

Chiesti vent'anni di carcere per le imputazioni più gravi

In particolare, per Franco Cipolla, detto "Tabacco", e per Guido Maccari, ritenuti dagli inquirenti «organizzatori, col compito di gestire il traffico di narcotico, procurando e gestendo sempre nuovi canali di approvvigionamento di stupefacenti, di organizzare le piazze di spaccio selezionando e rifornendo i grossisti della consorteria» sono stati chiesti vent’anni di carcere. Chiesta la condanna anche per i figli del boss Franco Muto, Luigi (17 anni) e Mara (9 anni).
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Alla sbarra anche la moglie del boss Franco Muto

Per la moglie di Franco Muto, Angelina Corsanto, ritenuta la reggente del clan dopo l'arresto del marito, tanto da detenere la "bacinella" dell'organizzazione criminale, sono stati chiesti dieci anni di reclusione. Il processo riprenderà lunedì 15 gennaio. L'inchiesta "Frontiera", partita da un troncone dell'indagine sull'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica ucciso nel 2010, ha portato nel luglio 2016 all'arresto di 58 persone ritenute dagli inquirenti appartenenti alla cosca Muto, indagate per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, usura e illecita concorrenza con violenza e minaccia. Proprio partendo dalla cosca Muto la Dda, il 19 gennaio del 2017, ha concluso l'inchiesta "Cinque lustri", che ha consentito di svelare un'associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla turbativa di gare d'appalto nel settore pubblico.