Sono nove gli arresti (4 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) eseguiti dalla Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione che ha colpito capi, elementi di vertice e prestanomi di una pericolosa articolazione di ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte - funzionalmente dipendente dalla potente cosca Alvaro imperante a Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Delianuova e zone limitrofe - ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

Gli arrestati

In carcere

  1. Domenico Laurendi alias “Rocchellina”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte il 7.10.1969, già detenuto e indagato per trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, aggravati dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  2. Natale Lupoi alias “Beccaccia”, nato il 10.6.1975, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, già detenuto e indagato per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  3. Antonino Gagliostro alias “u mutu”, nato  il 5.5.1973, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, già detenuto e indagato per autoriciclaggio, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  4. Rocco Laurendi, nato il 3.10.1996, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, già detenuto e indagato per trasferimento fraudolento, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Ai domiciliari

  1. Saverio Salerno, nato a Bagnara Calabra il 23.2.1959, indagato per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  2. Rosa Alvaro, nata il 18.11.1983, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte e domiciliata a Reggio Calabria, impiegata e indagata per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  3. Gregorio Cuppari, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte il 21.10.1968, commercialista, ndagato per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  4. Rosario Bonfiglio, nato il 8.10.1974, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, imprenditore, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;
  5. Diego Laurendi, nato il 19.5.2000, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte e indagato per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa.

 

Perquisizioni e sequestri in tutta Italia

Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi hanno esegueito anche numerose perquisizioni e sequestri di imprese, esercizi commerciali, appartamenti e terreni. Impiegati un centinaio di agenti della Polizia di Stato.

L'inchiesta Eyfhémos

In particolare l’inchiesta Eyfhémos aveva svelato l’esistenza e l’operatività di una locale di ‘ndrangheta a Sant’Eufemia d’Aspromonte, facente capo alla cosca “Alvaro” operante a Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Delianuova e in zone limitrofe. In particolare, quelle indagini avevano rivelato come - all'interno del locale eufemiese - coesistessero almeno tre fazioni: tra cui quella  riferibile a Laurendi Domenico, che - tra la fine dell'anno 2017 ed in tutto il 2018 - fu protagonista proprio di una spaccatura interna. Era, appunto, già emersa allora, in maniera preponderante, la figura di Laurendi Domenico (inteso “Rocchellina”), il quale - sotto l’egida della cosca Alvaro di cui era uomo di fiducia - si era fatto promotore della creazione di un cosiddetto “banco nuovo”, mediante l’affiliazione di nuovi soggetti e il consolidamento dei ruoli di quelli già affiliati, attraverso il conferimento di nuove doti e cariche. Non solo, Laurendi aveva acquisito un rango ancor più elevato, essendo stato in grado di interfacciarsi anche con politici nazionali, regionali e locali.

Eyfhémos 2

Anche nelle indagini che hanno portato al provvedimento cautelare eseguito questa mattina assume rilievo centrale la sua figura.

 

La peculiarità dell’odierna operazione risiede nel fatto che sono stati colpiti i patrimoni di alcuni indagati e le condotte illecite poste in essere al fine di celare i beni provento delle attività delittuose, onde evitare possibili misure da parte dello Stato. Le intercettazioni hanno fatto comprendere i meccanismi utilizzati da Laurendi Domenico per dissimulare il patrimonio posseduto. Così scrive il gip sul punto:  «(…) Evidentemente, il Laurendi che commercia in droga di qualsiasi qualità, che commercia in armi anche da guerra costituendo veri e propri arsenali, che consuma estorsioni ai danni di imprenditori ha cumulato profitti illeciti che ha dovuto necessariamente reimpiegare e lo ha anche fatto attraverso vere e proprie scatole cinesi immobiliari ed imprenditoriali».

Il ruolo del commercialista

Per fare ciò, Laurendi si sarebbe servito del valido apporto di alcuni soggetti, tra cui Cuppari Gregorio - commercialista – suo “consigliori”, oltre che “consulente tecnico” dell’associazione mafiosa; allo stesso viene contestato il concorso esterno in associazione mafiosa. Cuppari ha di fatto contribuito al perseguimento delle finalità della cosca suddetta, ovvero proteggere il proprio patrimonio mobiliare ed immobiliare da eventuali aggressioni da parte dello Stato ed in secondo luogo inserirsi, monopolizzandoli poi con la forza di intimidazione, nei settori dell’edilizia e della ristorazione. Nello specifico, è risultato particolarmente attivo:

  • nell’elaborare stratagemmi che consentissero l’interposizione fittizia di beni, anche con la finalità ultima di consentire alle “aziende mafiose” di acquisire appalti;
  • dando suggerimenti tecnici per consentire la movimentazione di capitali illeciti ed il riciclaggio di somme di provenienza delittuosa perché proventi dei reati di estorsioni, traffici di stupefacenti, di trasferimento fraudolento di valori, anche per superare eventuali dinieghi da parte degli istituti di credito a fronte di movimentazioni bancarie ritenute “sospette”.
  • dando suggerimenti tecnici ma anche prestando attività meramente materiale (a titolo esemplificativo l’accompagnamento dal notaio degli intestatari fittizi) per la costituzione della ditta LD Immobiliare e Costruzioni con nuovi soci Bonfiglio Rosario e Laurendi Diego (quest’ultimo in luogo del padre Laurendi Domenico) e per la costituzione della ditta LDR di Laurendi Diego e Laurendi Rocco, sorta per il rilevamento dell’attività ristorativa denominata “la Taverna del Pirata” con sede a Bagnara Calabra.

 

La contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa riguarda anche Bonfiglio Rosario, esecutore delle direttive di Laurendi Domenico, e Rosa Alvaro. Le indagini hanno rivelato che Bonfiglio ha di fatto coadiuvato - eseguendone le direttive - Laurendi Domenico, al fine di consentire a quest’ultimo di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali e per agevolare la commissione di delitti di riciclaggio e autoriciclaggio, intestandosi fittiziamente beni immobili ed attività imprenditoriali, nell’esclusiva disponibilità di Laurendi. Non solo, Bonfiglio avrebbe rappresentato Laurendi sul territorio in sua assenza, divenendo, in sua vece, “punto di riferimento mafioso” per imprenditori che al locale di Santa Eufemia di Aspromonte si erano rivolti chiedendo “protezione” e per i referenti di altre cosche di ‘ndrangheta; più in generale Bonfiglio era a disposizione per l’attuazione del programma associativo dell’organizzazione mafiosa riconducibile al Laurendi. 

 

Alvaro Rosa - sempre sotto le direttive di Laurendi, che l’aggiornava costantemente in ordine ai suoi spostamenti ed agli investimenti compiuti con i proventi delle attività delittuose - gli ha procurato schede non intestate con la finalità di assicurare la comunicazione “protetta” fra affiliati ed in particolare modo con il reggente della cosca Alvaro, Cosimo Alvaro detto “Pelliccia”. La donna ha fornito supporto logistico al predetto Laurendi per consentirgli una trasferta fino in Sicilia dove avrebbe incontrato Alvaro Cosimo, accompagnandolo con la propria autovettura; la donna, inoltre, si è occupata della gestione burocratica delle numerose aziende riconducibili a Laurendi Domenico, preparando fatture, effettuando bonifici e mantenendo i rapporti con gli istituti di credito presso cui questi aveva acceso, anche con delega ad operare. La stessa, poi, ha custodito denaro e titoli di credito - di provenienza delittuosa e non - ricevuti in consegna da Laurendi.

 

L’indagine ha poi dimostrato che non solo Laurendi Domenico, ma anche altri indagati, hanno posto in essere condotte di trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, investendo, i proventi delle loro attività delittuose.

 

Il sequestro beni

Con lo stesso provvedimento il GIP  ha disposto, altresì, il sequestro preventivo:

  1. della “LD Immobiliari e Costruzioni s.r.l.” (che si occupa di “lavori di costruzione, lavori di fondazione inclusa l’infissione di pali, lavori di isolamento e di impermeabilizzazione, deumidificazione edifici, scavo di pozzi di aerazione, posa in opera di elementi di acciaio non fabbricati”), nella titolarità di LAURENDI Diego, con sede a Santa Eufemia d’Aspromonte in via Cilea nr. 1;
  2. della “La Taverna del Pirata”, ristorante nella disponibilità di SALERNO Saverio, con sede a Bagnara Calabran (RC) in via Filippo Turati;
  3. di un terreno sito in Frontone (PU), nella titolarità di LAURENDI Rocco;
  4. di un appartamento per uso abitativo sito in Fabriano (AN), nella titolarità del citato LAURENDI Rocco;
  5. della “LDR s.r.l.s.” (avente ad oggetto attività di acquisto di immobili, di edifici civili ed industriali, la loro ristrutturazione e rivendita, l’attività edilizia pubblica e privata”), nella titolarità dei citati LAURENDI Rocco e LAURENDI Diego, con sede in Santa Eufemia d’Aspromonte (RC) in via Giovancortese nr. 27/A1;
  6. del 75% delle quote della società TOLSTOJ s.r.l.s. - di proprietà di GAGLIOSTRO Antonino - con sede a Milano in via Leone Tolstoj nr. 9, avente ad oggetto attività di bar/ristorazione, con esercizio commerciale sito al medesimo indirizzo;
  7. del 50% delle quote (già possedute da GAGLIOSTRO Antonino) della società SAN GOTTARDO BISTROT s.n.c. di IDA’ Vittoria, con sede a Milano in via San Gottardo nr. 51, avente ad oggetto attività di bar/tavola calda con esercizio commerciale al medesimo indirizzo;

della società di persone “Le Saie Milano s.a.s. Di Iannì Rocco & C”, limitatamente alle quote di GAGLIOSTRO Antonino, con sede a Milano in Viale Gabriele D’Annunzio nr. 7/9, avente ad oggetto attività di ristorazione presso il medesimo indirizzo