Gli ermellini hanno parzialmente accolto il ricorso dei legali di Fabrizio Rizzuti, accusato di scambio elettorale politico mafioso
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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio, limitatamente alle esigenze cautelari, il ricorso proposto dai difensori di Fabrizio Rizzuti, ex sindaco di Cerva accusato di scambio elettorale politico mafioso e finito agli arresti domiciliari, su ordinanza del gip di Catanzaro, nel corso dell'operazione Karpanthos.
Contro questa decisione avevano fatto ricorso i legali di Rizzuti, gli avvocati Amedeo Bianco e Giovanni Merante. Ricorso che era stato rigettato dal Tdl, ragion per cui la difesa si era appellata alla Suprema Corte.
Gli ermellini hanno deciso per un rigetto parziale, ovvero hanno annullato l’ordinanza del gip con rinvio limitatamente alla questione delle esigenze cautelari rigettando nel resto il ricorso.
È atteso, adesso, un nuovo giudizio davanti al Tribunale del Riesame di Catanzaro per stabilire se sussistono, o meno, le condizioni perché Rizzuti permanga ai domiciliari.
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L’accusa
Secondo l’accusa Fabrizio Rizzuti, in concorso con altri candidati alle elezioni amministrative del 2017, avrebbe stretto un patto elettorale con Tommaso Scalzi, già condannato per associazione mafiosa, considerato appartenente all’associazione ‘ndranghetista operante in Lombardia facente capo a Franco Coco Trovato. Scalzi avrebbe dovuto agevole i candidati in cambio di una somma in denaro e una percentuale sugli appalti.
Una contropartita che non gli sarebbe stata corrisposta, stando alle intercettazioni effettuate sull'uetenza dello stesso Scalzi.