Si allarga l'inchiesta Golgota con cui a febbraio erano finite in manette trentasei persone tra Isola Capo Rizzuto e San Leonardo Cutro
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Colpo di coda dell'operazione Golgota, che nel febbraio scorso aveva portato all'arresto di 36 persone appartenenti alle cosche Arena - Nicosia di Isola Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro. Le indagini della squadra mobile di Crotone sono proseguite e hanno portato al sequestro di quattro immobili e all'arresto di due persone.
Il prosieguo delle indagini in questione ha infatti approfondito il ceppo “Cicala” della cosca Arena e, all’esito delle verifiche, nella giornata del 30 aprile personale della Squadra Mobile di Crotone, coadiuvato dalla Squadra Mobile di Verona, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere ed una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti, rispettivamente, dei due coniugi di Cutro: G.P. classe 1975 e C.S. classe 1968, già detenuto in carcere, entrambi indagati per le ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e ricettazione in concorso.
È stato altresì disposto il sequestro preventivo di quattri immobili, siti a San Leonardo di Cutro, a carico di T. M., crotonese classe 1988, anch’esso già detenuto. Le risultanze investigative hanno fatto emergere concreti elementi che hanno disvelato la figura del T.M. che, in qualità di nipote acquisito del Capo cosca degli Arena, si occupava degli interessi della famiglia del C.P. in sua assenza poiché detenuto.
Difatti, il T.M. forniva supporto economico alla moglie del detenuto, provvedendo alle sue necessità con 3000 euro al mese, pagandole le spese processuali, gestendo i rapporti con i difensori del marito e facendole da autista all’occorrenza. Non da ultimo, l’uomo avrebbe addirittura acquistato all’asta quattro immobili nel comune di Cutro per conto della famiglia di cui era “curatore”, essendo facilitato all’epoca dei fatti dalla mancanza di precedenti penali che gli consentivano di agire indisturbatamente, eludendo eventuali misure di prevenzione patrimoniale. Si tratta degli immobili ora posti sotto sequestro.
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