La Corte d'appello di Torino ha emesso la sentenza nei confronti dei presunti appartenenti alle cosche Pesce di Rosarno che si erano infiltrati nella curva della Juventus controllandone il sistema di bagarinaggio. Si tratta dell'appello bis per alcuni degli indagati, dato che la Corte di Cassazione aveva emesso sentenza definitiva rinviando invece per alcuni imputati.

Alla sbarra, tra gli altri, ci sono il 43enne Rocco Dominello, il rosarnese leader di una sezione dei "Drughi", gruppo ultras della tifoseria bianconera, e suo padre Saverio. I due, difesi dall'avvocato Domenico Putrino, sono stati già condannati in via definitiva per associazione mafiosa anche se per la pena è servito un nuovo passaggio in Corte d’appello.

Gli altri calabresi coinvolti sono Diego Raso, difeso dall’avvocato Mario Santambrogio, condannato in appello a 14 anni e due mesi, Giovanni Raso condannato a 6 anni e mezzo in secondo grado e Erico Raso, 8 e otto mesi. Per tutti e tre, però, la Cassazione aveva annullato con rinvio in merito alla quantificazione della pena considerata eccessiva. Anche loro, come i Dominello, shanno affrontato un nuovo processo di secondo grado. 

 

Questa la sentenza emessa oggi dalla Corte d'appello di Torino: Giovanni Avenoso due anni, 11 mesi; Giovanni Raso, quattro anni e 11 mesi, Rocco Dominello sette anni e 7 mesi, Rocco Dominello quattro anni e otto mesi. Diego Raso e Antonio Miccoli condannati rispettivamente in 14 anni e due mesie 13 anni e due mesi.

 

Il processo appena concluso nasce da un’inchiesta della Procura antimafia di Torino denominata "Alto Piemonte", che ha certificato, tra l’altro, l’infiltrazione della 'ndrangheta nella curva sud della Juventus e il monopolio del bagarinaggio. Un’inchiesta che è costata l’interdizione sportiva al presidente bianconero Andrea Agnelli.

 

Già definitive, invece, le condanne di Antonio Agresta 2 anni, Cosimo Di Mauro, collaboratore di giustizia e cognato dei Raso, 4 anni e quattro mesi; Giuseppe Sgrò condannato a 7 anni, con uno sconto di pena di un anno. Antonio Micolo, condannato a 13 anni e due mesi. Annullata invece la condanna di Fabio Germani, ex capo ultrà, che in primo grado era stato assolto, poi condannato a 4anni e cinque mesi di reclusione, perché accusato di avere aiutato Rocco Dominello, ma nuovamente assolto in Cassazione.