Si è concluso questa sera con cinque condanne fino a nove anni di carcere e quattro assoluzioni il processo 'Barbarossa', dal nome dell'operazione dei carabinieri nei confronti della presunta 'locale' della 'ndrangheta attiva tra Costigliole, Asti e Alba dedita alle estorsioni. Lo scorso ottobre il Tribunale di Torino aveva già condannato, con rito abbreviato, 17 imputati con pene fino a 20anni di reclusione.

 

Dopo due anni e mezzo e 25 udienze, il collegio presieduto da Alberto Giannone con Marco Dovesi e Beatrice Bonisoli a latere, ha inflitto la pena più alta - 9 anni - a Fabio Biglino, imprenditore castagnolese per il quale l'accusa aveva chiesto 14 anni e un mese. Assolto il suo collaboratore, Alberto Ughetto, per il quale era stata chiesta una condanna di 12 anni; dovrà però scontare una condanna a due anni per estorsione. Otto anni ad Angelo Stambé, per il quale erano stati chiesti 13 anni, è stato condannato a 5 anni e sei mesi un altro imprenditore di Costigliole, Mauro Giacosa, per il quale la richiesta era di 8 anni.

 

Assolto infine tra gli imputati il commercialista astigiano Pier Paolo Gherlone, per il quale erano stati chiesti sei anni e otto mesi. Gli imputati del processo hanno sempre sostenuto di essere estranei all'associazione malavitosa e di non sapere con chi avevano a che fare. Per i pm, invece, facevano parte di una organizzazione che rispecchiava perfettamente la classica 'locale' facente capo a quella originaria calabrese. «Siamo soddisfatti, speriamo che questo processo serva a rilanciare la sensibilità dei territori nei confronti della criminalità organizzata, in modo che le amministrazioni reagiscano sempre con prontezza ai tentativi di infiltrazione», commenta Isabella Sorgon, responsabile di Libera Asti che ha sempre seguito le udienze del processo.