Il medico di Palermo è stato interrogato dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria in merito alle dinamiche massoniche italiane degli anni '80
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«Sicuramente tra 'ndrangheta e Cosa nostra c'erano rapporti». Lo ha affermato il collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.
Pennino, 83 anni, medico palermitano, collegato in videoconferenza, storicamente legato a Stefano Bontade, sulle dinamiche massoniche italiane degli anni '80 e sul ruolo di Giuliano Di Bernardo, ha risposto «di avere sentito che aveva fatto una nuova organizzazione». Interrogato sul ruolo di Tullio Cannella, Pennino ha affermato di «non ricordare che facesse parte di cosa nostra, ma se l' ho dichiarato, vuol dire che è così».