La Corte d'assise di appello ha riformato la sentenza di primo grado accordando piccoli sconti di pena nei confronti dei 6 imputati. Cade l'ergastolo per Biagio Guerrisi
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La Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria ha riformato la sentenza di primo grado per gli imputati coinvolti nell’abbreviato nel processo Atlantide. Alla sbarra, 6 presunti affiliati alla cosca Piromalli di Gioia Tauro, alcuni dei quali accusati di avere preso parte alla cosiddetta faida di Gioia Tauro combattuta nel 2005.
La sentenza
Cade l’ergastolo nei confronti di Biagio Guerrisi (difeso dagli avvocati Guido Contestabile, Domenico Putrino e Francesco Giovinazzo condannato dai giudici reggini a 20 anni di carcere e riconosciuto capo promotore dell’organizzazione. In primo grado, perà, era stato ritenuto responsabile dell’omicidio di Pietro Giacobbe. Reato per il quale la Corte d’assise d’appello lo ha assolto. Per Cosimo Romagnosi cade l’aggravante di capo promotore ed è stato condannato a 10 anni e otto mesi, (avvocato Putrino), Ivan Rocco Stillitano 14 anni e sei mesi, Giuseppe Stillitano, rigettato l’appello e conferma della condanna di primo grado a 6 anni di carcere. Entrambi sono difesi dagli avvocati Contestabile, Mario Virgillito, Antonio Virgillito Giovinazzo. Infine, Elio De Leo 3 anni e sei mesi (avvocati Patrizia Surace e Antonino Napoli)
L’inchiesta
La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, con l’inchiesta Atlantide ha puntato la sua attenzione sui tre omicidi e un tentato omicidio che insanguinarono la città del porto nel lontano 2005. Nello specifico, al centro delle indagini, gli episodi riguardanti tentato omicidio di Luciano Caridi (per il quale era stato assolto in primo grado Guerrisi), avvenuto l’11 gennaio del 2005, rimasto senza colpevoli, così l’omicidio di Pietro Giacobbe, per il quale era stato condannato Guerrisi, consumato il 12 maggio dello stesso anno; e ancora il tentato omicidio di Santo Antonio Bagalà, avvenuto sempre il 12 maggio 2005 per finire all’omicidio di Rocco Albanese che risale invece al 14 marzo del 2005, per il quale è stato assolto Giacobbe.