La sentenza d’appello bis riconosce quanto determinato dal gup di Catanzaro in primo grado e condanna all’ergastolo Agostino Marrazzo e a otto anni di reclusione Sabatino Marrazzo, detto “Il Massone”. Sono esponenti di vertice dell’omonima cosca sulla quale di concentra il procedimento denominato Six Towns per via dei sei Comuni (Belvedere Spinello, Rocca di Neto, Caccuri, Castelsilano, San Giovanni in Fiore e Cerenzia) sui quali imperversa la famiglia Marrazzo.
Secondo la Dda di Catanzaro, che ha condotto le indagini, i fratelli Agostino, Giovanni e Sabatino Marrazzo vengono considerati collocati nella cosiddetta Società Maggiore con la dote di “santisti”.

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Il controverso iter processuale

Il sei luglio 2018 il gup distrettuale aveva condannato all’ergastolo Agostino Marrazzo per l’omicidio di Franco Iona mentre Sabatino Marrazzo, considerato il contabile della consorteria, era stato condannato a otto anni di reclusione per associazione mafiosa.
L’imputato è accusato di avere organizzato le strategie finanziarie della cosca anche in virtù delle proprie “entrature” e conoscenze nelle istituzioni organizzandosi con altri componenti delle cosche per realizzare società per investire soprattutto nell’eolico. Una figura, quella di Sabatino Marrazzo, sulla quale più di un pentito ha messo voce. Se ne parla anche tra i faldoni della maxi-inchiesta “Rinascita-Scott” che mette in luce il potere massonico-deviato dell’imputato. Il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio (noto per la sua militanza nelle logge e gli addentellati nei servizi segreti) spiega che a Marrazzo venne «affidato il “maglietto” della Loggia Pitagora di Crotone, il Tempio era a Rocca di Neto, dove aveva trovato un ristorante».

Il 17 dicembre 2020 la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro – Gabriella Reillo presidente, a latere Francesca Garofalo – ha ribaltato la sentenza d’abbreviato assolvendo dall’accusa di associazione mafiosa, per non aver commesso il fatto, Sabatino Marrazzo e condannando a 10 anni il fratello Agostino (per il quale veniva meno l’accusa di omicidio).

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La Cassazione: «Sentenza carente e illogica»

Una decisione che la Corte di Cassazione – in seguito al ricorso della Procura Generale – ha ritenuto «carente e illogica» annullandola con rinvio a una nuova pronuncia della Corte d’Appello.
La Cassazione rimarca come Sabatino Marrazzo avesse anche partecipato a summit col boss Nicolino Grande Aracri nel corso del quale ha proposto «soluzioni operative» riguardo all’affare della gestione del settore delle energie rinnovabili attraverso lo scalo portuale di Crotone. 
«Infatti – scrive la Suprema Corte – non pare logicamente congruente che un soggetto estraneo alle dinamiche associative sia messo nelle condizioni di interloquire su tematiche di rilievo con un esponente apicale quale Grande Aracri ovvero di proporre soluzioni operative come fatto dal Marrazzo nel corso dell’incontro del settembre 2012, stante il livello di riservatezza che contraddistingue il funzionamento delle cosche calabresi».

Tra l’altro in un’altra conversazione, alla quale era presente Sabatino Marrazzo, il fratello Agostino parla dell’omicidio di Franco Iona.

Appello bis e condanne

Nel corso dell’udienza di oggi del nuovo processo d’appello – Carlo Fontanazza presidente, Barbara Saccà consigliere – è stata in parte confermata la sentenza di primo grado rispetto alla quale spiccano la conferma dell’ergastolo per Agostino Marrazzo e il riconoscimento della partecipazione all’associazione mafiosa di Sabatino Marrazzo, “Il Massone”.