Catturato grazie al progetto I Can, si tratta di un 41enne ritenuto vicino alle cosche Piromalli-Molè di Gioia Tauro. Deve scontare 8 anni e 7 mesi per diversi reati
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È stato arrestato in Svizzera il primo latitante ritenuto vicino alla ‘ndrangheta, dopo l'avvio il 24 giugno del progetto I CAN ( Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), una strategia di attacco globale alla ‘ndrangheta fortemente voluta dall’Italia e personalmente sostenuta dal Prefetto Vittorio Rizzi, Direttore Centrale della Polizia Criminale. Il progetto, patrocinato dall'Italia sotto l'egida dell'Interpol, rafforza la cooperazione internazionale di polizia con la Svizzera ed altri 9 Paesi di quattro continenti. Gli altri Paesi coinvolti sono l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada, la Colombia, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, e l’Uruguay.
In manette Roberto Pisano
Il ricercato dal novembre 2017 e arrestato a Bienne (Canton Berna) è Roberto Pisano, 41 anni gioiese, denunciato e condannato ripetutamente per vari reati contro il patrimonio, nonché sottoposto a misure di prevenzione per la sua vicinanza alla criminalità organizzata del reggino, in particolare le cosche Piromalli-Molé di Gioia Tauro.
È stato rintracciato nella cittadina elvetica, dove l’uomo conviveva con la moglie e lavorava come cameriere e pizzaiolo in un’osteria del posto.
I militari della Stazione di Gioia Tauro, sono riusciti a localizzarlo a Bienne, in Svizzera, al termine di una complessa attività di indagine, svolta anche con la collaborazione della polizia austriaca ed elvetica nonché con il supporto del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale (CriminalPol).
L’uomo si era reso irreperibile fin dal novembre 2017, quando la Procura di Palmi aveva emesso nei suoi confronti un ordine di esecuzione per la carcerazione, unificando una serie di pene concorrenti per un totale di un 8 anni e7 mesi da espiare. Tanti i reati di cui si era reso responsabile: produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, minacce e diversi altri reati commessi tra Pesaro, Ancora e Gioia Tauro tra il 2007 e il 2015.
Pisano, al termine delle formalità di rito, è stato messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria Svizzera ed è in attesa di formale estradizione in Italia con richiesta già inoltrata dal Ministero della Giustizia italiano.