Il riassestamento degli equilibri mafiosi all'origine dell'omicidio di Fortunata Fortugno e il ferimento del boss Demetrio Logiudice. Chieste pene per un totale di 84 anni di carcere
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Pene per complessivi 84 anni di carcere sono state chieste dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di 5 indagati nell’ambito del procedimento “De Bello Gallico”, che ha fatto luce sull’uccisione di Fortunata Fortugno e il ferimento di Demetrio Logiudice, il boss detto “Mimmo u boi”.
Il processo nato dall’operazione De Bello Gallico
Nel processo che si celebra con rito abbreviato, il rito che prevede lo sconto di un terzo della pena, sono stati chiesti 30 anni per Paolo Chindemi, 18 anni per Ettore Bilardi, 14 anni per Santo Pellegrino, 12 anni per Pietro Pellicanò, 10 anni per il collaboratore di giustizia Mario Chindemi.
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In questa operazione erano rimasti coinvolti Paolo Chindemi, Mario Chnidemi, Ettore Bilardi e Santo Pellegrino, in quanto gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da fuoco e altri delitti aggravati dalle modalità mafiose. Paolo Chindemi, nello specifico, era stato gravemente indiziato dell’omicidio di Fortunata Fortugno e del tentato omicidio di Demetrio Logiudice. In occasione del delitto, i tecnici del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, in ausilio agli investigatori della Squadra Mobile, avevano prelevato le impronte (anche palmari) degli indagati, per confrontarle successivamente con un’impronta rinvenuta sullo sportello posteriore destro dell’autovettura Volkswagen Touareg di Demetrio Logiudice, a bordo della quale, sul sedile posteriore, si trovavano le vittime al momento dell’agguato.
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