Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del boss Paolo Rosario De Stefano arrestato a fine febbraio nell'operazione "Nuovo Corso" contro l'omonima cosca di Archi. L'inchiesta, coordinata dalla Dda d Reggio Calabria, è stata condotta dalla squadra mobile e ha fatto luce su una serie di estorsioni subita dall'imprenditore reggino Francesco Siclari. Stando alle indagini dei pm Stefano Musolino e Walter Ignazitto, tra il 2015 e il 2018, la vittima avrebbe pagato "a titolo di pizzo", e in più tranche, la somma di 80mila euro, corrispondente al 2% del valore dei lavori di ristrutturazione del centralissimo corso Garibaldi. Una seconda estorsione Siclari l'avrebbe subita per i lavori di riqualificazione di Piazza Duomo.

Restano in carcere anche il boss ergastolano di Pellaro, Filippo Barreca e Giandomenico Condello coinvolti, invece, nell'operazione "Metameria". Pure per loro, il Tribunale del Riesame ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare così come aveva fatto nei giorni scorsi per gli indagati Marcello Bellini e Domenico Calabrò. Con l'operazione "Metameria", la Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri ha stroncato il tentativo del boss Barreca di riorganizzare le file della propria cosca nonostante fosse agli arresti domiciliari. Tornato a Pellaro, secondo i pm, Barreca ha rivendicato il territorio di sua competenza attraverso attività estorsive, il ricorso alla violenza e le indicazioni criminali fornite ai suoi sodali. Anche nel momento in cui Barreca si recava in ospedale per le cure, approfittava di quei momenti per organizzare degli incontri con i vertici delle altre famiglie mafiose e interloquire sulle dinamiche criminali che lo hanno visto protagonista.