Mantova - La vicenda Lagocastello è arrivata ad una svolta. Per gli inquirenti non ci sono dubbi, il sindaco di Mantova Nicola Sodano, crotonese di origine, ha aiutato l’imprenditore Antonio Muto, anche lui calabrese, di Cutro in particolare, a riprendersi l’affare di Lagocastello, che Ministero e Consiglio di Stato stavano mandando a monte. Lo afferma lo Gazzetta di Mantova che mette in luce quanto emerso dalle carte dell’operazione Pesci, condotta dalla Dda di Brescia contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta nella città di Mantova.



Il progetto Lagocastello prevedeva  la lottizzazione di una riva del lago quella di fronte al castello, 200 villette e un albergo  di lusso che avrebbero deturpato uno degli scorci più belli d’ Italia. Il sindaco Sodano che da subito si era dichiarato assolutamente estraneo ai fatti affermando di essere “ scappato al nord per sfuggire alla mafia” entra a pieno titolo nell’inchiesta  con le accuse di corruzione e e peculato. Le intercettazioni e i pedinamenti messi in atto dai carabinieri del nucleo investigativo di Mantova, hanno permesso di smascherare il primo cittadino di Mantova che si sarebbe dato da fare, senza però ottenere risultati, per consentire a Muto,  l’imprenditore cutrese già indagato per associazione mafiosa ed estorsione, di realizzare il progetto di Lagocastello, in una zona con vincoli ambientali. Sodano, per aiutare “l’amico” avrebbe messo in campo le sue conoscenze politiche coinvolgendo due ex senatori dell’allora Pdl, Luigi Grillo e Franco Bonferroni e il presidente emerito del Consiglio di Stato Pasquale De Lise. Sia il sindaco Sodano, sia i due ex parlamentari e l’ex magistrato amministrativo risultano indagati.