C'è anche una rivendita di tabacchi nel centro commerciale Pilastro di Bologna tra i beni per 8,5 milioni sequestrati dalla Guardia di Finanza con l'operazione 'Nebbia calabra', che ha permesso di colpire quello che è ritenuto un collegamento fra la criminalità organizzata calabrese e il tessuto economico emiliano.

L’operazione Nebbia calabra

Tre provvedimenti di custodia (uno in carcere, uno ai domiciliari e un obbligo di dimora) per il reato di intestazione fittizia di beni con l'aggravante di voler agevolare l'attività dell'organizzazione mafiosa hanno raggiunto altrettante persone di origine calabrese, che secondo gli investigatori sono «contigui alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria)». Le misure sono state firmate dal Gip di Bologna Alberto Gamberini su richiesta del Pm Francesco Caleca, della Dda bolognese. In carcere è finito un imprenditore 48enne, attivo nel settore dei trasporti e residente a Zola Predosa.

I legami con la criminalità calabrese

Secondo l'accusa, aveva intestato fittiziamente alla figlia la tabaccheria che, dopo il sequestro, prosegue l'attività con un amministratore giudiziario per tutelare l'occupazione dei dipendenti. Secondo quanto è emerso dalle attività investigative e da alcuni collaboratori di giustizia, l'uomo è risultato essere «in intensi rapporti personali e di affari - si legge nel provvedimento del Gip - con soggetti di primo piano della criminalità organizzata calabrese». Sono stati disposti gli arresti domiciliari per un 41enne residente a Melito e l'obbligo di dimora per un altro 48enne residente a Zola Predosa. Le indagini hanno permesso di documentare il ricorso sistematico, da parte dell'imprenditore 48enne, all'intestazione fittizia di aziende e società, allo scopo di nascondere l'origine delle proprie risorse finanziarie (sproporzionate rispetto alle dichiarazioni reddituali) ed eludere l'applicazione di misure patrimoniali.

 

La tabaccheria di Bologna

Riguardo la tabaccheria di Bologna, gli accertamenti hanno permesso di dimostrare come «parti considerevoli della provvista impiegata per l'acquisto siano riconducibili a versamenti operati da soggetti di origine calabrese residenti in Lombardia - scrive ancora il Gip - contigui a una struttura criminale collegata alla cosca Iamonte». Agli indagati sono state contestate anche la ricettazione e la detenzione di una pistola semiautomatica con matricola abrasa, trovata in un appartamento di Bologna presumibilmente utilizzato come appoggio logistico. I sequestri hanno riguardato appartamenti, garage, terreni, capannoni industriali e quote di società fra Bologna, Sala Bolognese, Zola Predosa, Cave e Fiumicino (Roma) e Montebello Ionico (Reggio Calabria). Anche le perquisizioni - riferisce l'ansa - hanno interessato i territori di Bologna, Reggio-Calabria, Roma, Piacenza, Frosinone, Cremona e Monza Brianza.