Emesse 14 ordinanze di custodia cautelare dalla Dda di Reggio Calabria. Per otto di loro disposto il carcere, sei invece andranno ai domiciliari. Tra loro c'è anche il boss di Siderno Giuseppe Commisso, detto 'u mastru', considerato il capo dell'omonima cosca di 'ndrangheta, e già detenuto per una condanna a 14 anni per associazione mafiosa. I suoi broker nel mercato della droga, secondo le indagini, sarebbero dei personaggi riferibili ad altri clan di 'ndrangheta, i Pesce di Rosarno, e gli Ursino di Gioiosa Ionica.  Il boss Giuseppe Commisso, secondo l'accusa, era attivamente aiutato nelle attività di narcotraffico da alcuni sodali dell’organizzazione, tra i quali spiccano, per importanza criminale ed il ruolo svolto, Cosimo Pezzano e Claudio Spataro, ma anche Giovanni Galluzzo e Marco Macrì, figlio del defunto Vincenzo detto “U baruni”. 

 

Genesi dell'operazione - L'indagine scaturisce da alcune intercettazioni ambientali effettuate all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno, in provincia di Reggio, gestita dallo stesso Giuseppe Commisso, e ritenuta dagli inquirenti la base operativa dell'organizzazione criminale. Microspie piazzate nel 2010, che permisero di intercettare ore e ore di conversazioni tra gli esponenti di spicco della 'ndrangheta ionico-reggina. Conversazioni che permisero di ricostruire le attività dei Commisso, e di scovare l'esistenza di nuovi locali di 'ndrangheta, in Italia e all'estero. Le indagini portarono all'operazione "Crimine", con oltre 300 arresti.

Dall'analisi delle intercettazioni rimaste fuori dall'operazione 'Crimine', la Dda di Reggio sarebbe riuscita a ricostruire il ruolo dei Commisso nel traffico internazionale di droga, fino ai fermi di oggi. A conferma dei legami internazionali del clan 'ndranghetistico, già emersi nell'operazione 'Crimine'.

 

Operazione Apegreen Drug, il poliziotto 'infedele' - Nell'ambito dell'operazione odierna è stato fermato anche Gian Luca Castagna, sovrintendente della Polizia di Stato di Siderno, in servizio presso la Frontiera Marittima del porto di Gioia Tauro. Il poliziotto è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l'accusa di aver favorito il sodalizio criminale nel traffico internazionale di stupefacenti, diretto secondo gli inquirenti da Giuseppe Commisso.

Castagna, secondo le indagini, avrebbe fornito all'associazione informazioni utili per superare i controllo nell'area portuale di Gioia.

 

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Nomi 

COMMISSO Giuseppe, alias “U mastro”, nato a Siderno (RC) il 02.02.1947;
PEZZANO Cosimo, nato a Siderno (RC) l’08.10.1972;
SPATARO Claudio, nato a Messina il 19.6.1980;
FAZARI Luigi, nato a Taurianova (RC) il 3.8.1976;
CORREALE Michele, alias “U Zorro”, nato a Siderno (RC) il 2 novembre 1959;
GALLUZZO Giovanni, nato a San Giovanni di Gerace (RC) il 29.11.1957;
ARENA Domenico, nato a Rosarno il 15.04.1954;
GENISE Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 05.08.1987;
DEMASI Rocco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 15.03.1954;
DEMASI Giuseppe, nato a Locri (RC) il 09.10.1986;
MACRI’ Marco, nato a Locri (RC) il 03.05.1972;
BUTTIGLIERI Salvatore, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 16.03.1948;
FUTIA Antonio, alias “u Ngilla” nato a Siderno (RC) il 21.09.1958;
CASTAGNA Gian Luca, nato a Locri (RC) il 13.4.1975.

 

Gratteri contro la 'borghesia della locride' - Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa, ha attaccato la borghesia della locride, che da sempre ha considerato quella dei Commisso una 'mafia buona'.


"Con questa indagine è stata sfatata la leggenda che raccontava che i Commisso di Siderno non trafficavano in cocaina, che rappresentavano una mafia buona - ha dichiarato Gratteri - una diceria che ha creato fascino presso la borghesia della locride che ha sempre frequentato i Commisso alla luce del sole. Basta fare una passeggiata a Siderno e si trovano i Commisso a braccetto con i quadri della PA. Sono gli stessi che poi fanno manifestazioni contro la 'ndrangheta e si lamentano dello Stato. Come si regolerà ora certa borghesia mafiosa?".