«Il presidente Mattarella è un uomo di parola e so che la manterrà. Noi vogliamo due cose: che le ricerche dei dispersi non si fermino e che le salme riconosciute siano trasferite al più presto nei loro Paesi d'origine».

A chiederlo è Mohammad Haroon Faizi, un ragazzo afghano giunto in Italia nel 2016, che si è fatto portavoce dei parenti delle vittime del naufragio di domenica scorsa, intervenendo nel corso del sit-in organizzato davanti alla Prefettura di Crotone dalla "Rete 26 febbraio 2023", formata da 200 associazioni calabresi.

Mohammad Haroon Faizi, a nome dei parenti delle vittime, ha chiesto di avere soprattutto informazioni chiare su come procedere per il rimpatrio delle salme e di farlo nel modo più veloce possibile. «Non è arrivato nessuno - ha aggiunto - dal Governo italiano a dircelo per tranquillizzarci. Noi non abbiamo informazioni, non sappiamo come fare per certificati di morte, se andare al Comune, alla polizia o se vengono loro al Palamilone. Fate per favore tutto quello che serve per i rifugiati. Queste famiglie sono qui da una settimana e dei corpi nelle bare tra poco non resterà nulla se attendiamo ancora».

«Noi non vogliamo essere agevolati, basta che ci dite fino a che punto sarà possibile aiutarci anche perché molti hanno lasciato il lavoro nei Paesi europei dove vivono per essere qui e non possono restare troppo tempo».

«Voi italiani - ha detto ancora Mohammad Haroon Faizi - non dovete preoccuparvi degli stranieri. Non siamo un peso sulle vostre spalle. Noi lavoriamo qui come voi e vogliamo una vita normale come voi».