Nella tragedia del 26 febbraio sulla spiaggia di Steccato morirono 94 migranti e alcuni corpi non furono mai recuperati nonostante le ricerche durarono alcune settimane (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Sono in quattro, due pakistani e due turchi, come da consolidata tradizione: Fuat Sami, Arlasan Khalid, Ufuk Gun, Hussain Hasab. Sono accusati di avere organizzato e messo in opera il viaggio di 180 migranti attraverso il Mediterraneo e del relativo naufragio che nel febbraio scorso portò alla morte di 90 persone davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro. I presunti scafisti dell’ennesimo viaggio della speranza compariranno in veste di imputati davanti al tribunale di Crotone agli inizi di ottobre per la prima udienza di un processo doloroso che punta a ricostruire il più grave disastro marittimo mai registrato sulla rotta turca: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del reato di favoreggiamento all’immigrazione i capi di imputazione formalizzati dal Tribunale nel decreto di processo immediato.
Inchiesta aperta | Naufragio di Cutro, i superstiti: «Un elicottero era sopra di noi». La Guardia Costiera: «Nessun nostro mezzo in volo»
C’è chi si sarebbe occupato di recuperare il caicco in sostituzione della prima barca utilizzata per la traversata e immediatamente sostituita a causa di un avaria. C’è chi quella barca, la “summer love”, l’ha pilotata attraverso il Mediterraneo fino a due passi dalle coste calabresi, per poi invertire la rotta per la paura dei controlli prima di finire schiacciata da una secca. E c’è chi avrebbe tenuto a bada i migranti stessi barricati all’interno delle “safe house” in Turchia, prima del trasbordo dalle spiagge di Smirne.
L’inchiesta | Naufragio di Cutro, uno dei difensori dei familiari delle vittime: «Entro l’anno il processo»
Incanalato verso il giudizio il filone principale dell’indagine legata alla tragedia di Cutro, sul banco resta il troncone relativo al “buco” nella catena di soccorsi al barcone in balia del mare in burrasca da parte di Capitaneria e Guardia di finanza. Sei gli indagati dalla Procura di Crotone: Alberto Lipollis (comandante del Roan, il reparto aeronavale delle fiamme gialle, in servizio a Vibo), Nicola Vardaro (comandante dell’aeronavale di Taranto) e Antonio Lopresti, in forza al Roan di Vibo. I nomi e le cariche degli altri tre indagati, restano ancora coperti da omissis.