Il titolare del Viminale al termine del vertice svoltosi in Prefettura a Crotone ha dichiarato: «Tornerò per riorganizzare il sistema di accoglienza». Il presidente della Regione: «L'Europa batta un colpo». All'appello mancano tra le 20 e le 30 persone
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Mentre il mare continua a restituire corpi e prosegue incessante le operazioni di forze dell’ordine e soccorsi, è giunto nel pomeriggio a Crotone il ministro Matteo Piantedosi. Non c'è ancora un numero attendibile delle persone che si trovavano a bordo del caicco partito 4 giorni fa dalla Turchia e naufragato all’alba davanti alle coste calabresi, più dettagliatamente a Steccato di Cutro.
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L’esponente del governo Meloni è insieme presidente della Regione, Roberto Occhiuto nel luogo della strage.
Occhiuto: «L'Europa batta un colpo»
«L’Europa batta un colpo. Nel 2022 - ha detto il presidente Occhiuto - abbiamo accolto 18mila migranti senza fare polemiche, perché la nostra è una Regione solidale, ma tragedie come questa - dovuta al fatto che negli ultimi anni si è consolidata nell’indifferenza generale una nuova rotta dell’immigrazione tra la Turchia e la Calabria - dovrebbero essere evitate il giorno prima, anziché essere ampiamente commentate il giorno dopo». Il governatore ha poi tenuto a precisare: «Chiedo al governo nazionale di continuare a fare quello che sta facendo, vale a dire di chiedere all’Ue di rendersi conto che il nostro Paese è il confine dell’Europa con 7mila chilometri di costa, e la Calabria è un pezzo importante di questo confine. Non si può delegare un fenomeno così gigantesco ai sindaci, ai prefetti e alle istituzioni locali senza il contributo dell’Unione europea».
Il ministro e Occhiuto si sono recati poi in Prefettura per una riunione del coordinamento operativo dei soccorsi, e al palazzetto dello sport dove sono state trasferite le salme dei migranti morti nella drammatica tragedia.
Nel frattempo, la Procura della Repubblica di Crotone, guidata da Giuseppe Capoccia, ha aperto un'inchiesta. S'indaga per omicidio e disastro colposo.
Il ministro Piantedosi: «Tornerò per riorganizzare accoglienza»
«Questa tragedia è diretta conseguenza della estrema precarietà con cui è stato organizzato questo viaggio». Sono parole del ministro Matteo Piantedosi che ha parlato con i giornalisti alla fine della riunione alla prefettura di Crotone. «Il mare forza 7 e la estrema inadeguatezza del barcone hanno determinato il disastro. La barca peraltro ha urtato con violenza contro una secca sbriciolandosi».
«L'unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire. Non ci possono essere alternative. Noi lanciamo al mondo questo messaggio: in queste condizioni non bisogna partire». Il titolare del Viminale ha poi tracciato il drammatico bilancio del naufragio, chiarendo che dovrebbero essere tra 20 e 30 le persone che al momento mancano all'appello. Questa invece la drammatica conta dei morti: dei 59 cadaveri ritrovati finora 21 sono di uomini, 24 di donne e 14 di minori (9 maschi e 5 bambine).
«Dalle prime ricostruzioni - ha detto ancora il ministro - c'è stata una segnalazione di Frontex, un avvistamento vago per capire il target. E' stata la precarietà con la quale è stata organizzata questa traversata che ha causato la tragedia. Perché quando è riapparsa la barca c'è stata l'impossibilità materiale di effettuare qualsivoglia manovra di avvicinamento per le condizioni meteo marine. Bisogna mettere in conto anche che i soccorsi devono non aggiungere pericolo né per i soccorritori né per le persone da soccorrere». Il ministro ha poi assicurato che le ricerche dei dispersi proseguiranno nei prossimi giorni.
«Tra Tunisia e Libia, da quando è in carica questo Governo, sono state intercettate e riportate indietro 24 mila persone e ne sono arrivate 14 mila. Un grandissimo lavoro che è sostenuto anche da noi. Il tema, comunque, è sempre quello delle partenze. Quanto accaduto a Cutro - ha aggiunto ancora il ministro Piantedosi - è una tragedia che ci addolora profondamente. E ci interroghiamo come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate così pericolose. Stiamo cercando di implementare la capacità di altri Paesi di intervenire per risolvere questa situazione. Spero di tornare presto in Calabria - ha concluso - per riorganizzare il sistema di accoglienza migranti che oggi è assorbito interamente dai sindaci di alcune località: Locri, Roccella e Crotone».