Prima udienza caratterizzata dalle eccezione difensive. I legali hanno chiesto l'incompetenza territoriale per la Dda dello Stretto e il trasferimento degli atti di parte dell'inchiesta ad altri tribunali
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È durata oltre quattro ore la prima seduta dell’udienza preliminare svoltasi dinanzi al gup Sergi del tribunale Reggio Calabria, dell’inchiesta Crypto, coordinata dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, contro una presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico operante nel Reggino, nel Cosentino, nel Catanese e nel Torinese, che coinvolgerebbe (a vario titolo) 67 imputati.
Su questo aspetto investigativo, il collegio difensivo ha posto la prima delle eccezioni preliminari, secondo cui le sub-associazioni in realtà sarebbero autonome da quella che sarebbe stata ideata e organizzata dal presunto clan Cacciola-Certo-Pronestì. Ramificazioni, come detto, in provincia di Cosenza, con l’operatività di Francesco Suriano e di Roberto Porcaro, nelle zone di Amantea, Cosenza e fino ai comuni della Valle dell’Esaro.
I difensori, quindi, hanno chiesto al gup di trasmettere gli atti, per incompetenza territoriale della Dda di Reggio Calabria, agli uffici di procura di Catanzaro, Catania e Torino, facendo rimanere a Reggio Calabria l’altra parte dell’indagine. La procura reggina si è fermamente opposta.
L’altra questione sollevata riguarda le intercettazioni telefoniche, elementi indiziari molto forti secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, che sarebbero inutilizzabili in quanto mancherebbero i decreti autorizzativi. E poi altre questioni in fatto e diritto sempre collegate alle captazioni utilizzate dalla Dda di Reggio Calabria, che avrebbero permesso di mettere in atto un'organizzazione transnazionale capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal nord Europa e dalla Spagna e di piazzarla in buona parte delle regioni italiane e anche all'estero. Anche in questo caso l’accusa ha invocato il rigetto delle questioni difensive.
Il gup Sergi si è riservato di decidere all’udienza prevista per il 1 agosto 2022, dove i 67 imputati dell’operazione Crypto sceglieranno se farsi giudicare con un rito alternativo o affrontare l’istruttoria dibattimentale.
Operazione Crypto, i nomi degli imputati
- Filippo Angelica
- Giuseppe Battaglia
- Salvatore Battaglia
- Gianfranco Benzi
- Giuseppe Cacciola
- Rocco Cacciola
- Francesco Cambria
- Maurizio Caruso
- Francesco Cavarra
- Domenico Certo
- Nicola Certo
- Michele Chindamo
- Paolo Cirelli
- Orazio Coco
- Marco Esposito
- Natale Esposito
- Rocco Antonio Fedele
- Sergio Gagliardi
- Pasquale Giovinazzo
- Massimiliano Guerra
- Antonio Gullace
- Patrik La Comare
- Giorgio La Pietra
- Carmelo Lustro
- Pasquale Antonio Mancuso
- Alessandro Marigliano
- Alessio Martello
- Massimiliano Mazzanti
- Ivan Meo
- Matteo Mero
- Massimiliano Mirra
- Walter Modeo
- Stefano Montagono
- Marialuisa Nasso
- Marco Paladino
- Antonio Paletta
- Gennaro Paletta
- Giampiero Pati
- William Pati
- Giuseppe Pescetto
- Santa Pitarà
- Giulio Pizzo
- Maurizio Pizzo
- Roberto Porcaro
- Bruno Pronestì
- Simone Pronestì
- Alessandro Raso
- Vincenzo Raso
- Michele Saccotelli
- Alessandro Scalise
- Manuel Spagnoli
- Antonio Stelitano
- Lorenzo Stelitano
- Andrea Sulli
- Francesco Suriano
- Alessandro Talarico
- Michele Tavano
- Giuseppe Trombetta
- Marco Truono
- Francesco Varone
- Vincenzo Vercei
- Alessandro Villani
- Gianfranco Viola
- Fabio Vitale
- Franco Vitale
- Giuseppe Vitale
- Rosario Zagame