Una lettera per raccontare 41 giorni di dolore e rabbia: «Ha avuto la sfortuna di avere un malore nel giorno e nel posto sbagliati. Ci aspettiamo delle scuse dalle istituzioni, non hanno neanche indetto il lutto cittadino»
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«Sono la sorella di Serafino Congi. Sono note a tutti le circostanze tragiche in cui mio fratello ha perso la vita, in un Pronto soccorso (se tale si può definire ormai il Pronto soccorso di San Giovanni in Fiore), mentre attendeva invano di essere trasportato a Cosenza». Sono passati quarantuno giorni dalla scomparsa del 48enne di San Giovanni in Fiore, avvenuta sulla Statale 107 a bordo di un’ambulanza, dopo una lunga attesa nella postazione di emergenza-urgenza florense, con la sorella Jennifer che affida a una lettera il racconto del grande dolore della famiglia.
«Quel maledetto giorno non ha funzionato niente, non si è riusciti a garantire un trasporto, né in ambulanza né in elicottero, in un Pronto soccorso attrezzato. Mio fratello è stato la vittima sacrificale – racconta la sorella di Serafino - di un sistema sanitario che non funziona da tempo, ed ha avuto la sfortuna di avere un malore in un giorno festivo e a San Giovanni in Fiore... Posto in cui non ci si può ammalare in un giorno festivo, perché si finisce per morire».
«Le condizioni in cui versava e versa il nostro Pronto soccorso sono note a tutti, amministrazione comunale compresa, ma ahimé a tutt'oggi non c'è stata una sola parola di scuse da parte di quest'ultima e di chi la rappresenta: sindaci, assessori alla sanità, direttori sanitari, medici e personale ospedaliero di turno durante la tragedia. È triste altresì constatare – continua - come non venga fatto nulla per evitare che persone piccole e abiette si arroghino la libertà, davvero disumana e deprecabile, di provocare sulle loro pagine social una mamma affranta dal dolore e vittima di una tragedia immane».
Jennifer nella sua lettera racconta anche della triste giornata di ieri a San Giovanni in Fiore dove alcuni profili falsi hanno attaccato la mamma. «Quello che è successo nella giornata di ieri è inammissibile. È davvero inconcepibile ed ingiustificabile una così grande mancanza di umanità».
«Non è mai stato inoltre esplicitato –spiega la sorella di Serafino - da parte delle cariche pubbliche, da chi amministra e dai relativi rappresentanti un minimo riferimento alla tragedia occorsa lo scorso 4 gennaio, non è stato indetto un lutto cittadino quando una intera comunità era sconvolta e piangeva un suo giovane figlio, vittima di una sorte così amara».
«Dove è finita l'umanità? Dove è il rispetto?», si chiede la giovane sangiovannese che ha studiato e vive a Bologna. «Come sempre sembra emergere solo quello che l'amministrazione ed i rappresentanti delle istituzioni Asp vogliono fare emergere, mentre non è mai emerso invece il rispetto per Serafino, né l'umanità e la vicinanza verso la nostra famiglia. Mi duole sottolineare che difatti non è stato mostrato alcun rispetto per il dolore di mia madre, la quale anzi al contrario è stata inconsapevolmente resa pedina di una brutta provocazione».
«Sarebbero bastati un po’ di umiltà, umanità e solidarietà»
«Penso e sono convinta che la rappresentanza politica nella sua interezza debba considerare una tale evenienza come una sconfitta personale, se viene permesso a taluni individui di cedere a simili azioni da sciacalli. Sarebbero bastati un po' di umiltà, umanità e solidarietà – continua – nei confronti della nostra famiglia e si sarebbero evitati ulteriori sofferenze. Quello che disturba e addolora noi familiari è come sia possibile una tale mancanza di umanità nei confronti di mio fratello».
«Dai giorni successivi ai funerali sono stati resi pubblici solo post illusori, millantatori di prodighi interventi in merito – spiega la sorella di Serafino – alla povera situazione sanitaria del nostro paese e portatori di ulteriore atroce sofferenza per noi familiari, in quanto da essi traspare che solo dopo la morte di mio fratello si è deciso di attivarsi in termini di azioni sanitarie, compreso il tanto millantato elisoccorso fantasma sulla cui postuma attivazione ora viene tanto attenzionata la cittadinanza».
«È tragico e inammissibile che da quel tremendo 4 gennaio non sia stata data a Serafino I'importanza che avrebbe meritato. Nessun lutto cittadino, né partecipazione di cariche pubbliche e delle rappresentanze istituzionali al funerale, mentre in quei giorni di dolore e immensa angoscia – conclude Jennifer Congi – le luminarie natalizie continuavano a scintillare negli angoli del paese, rimarcando una totale mancanza di rispetto e la prevalenza della fiera dell'effimero».