VIDEO | Antonio Battistini tenta di smorzare le polemiche sull'efficienza del 118 dopo il caso della giovane deceduta a Montauro: «Il primo mezzo con autista e infermiere arrivato dopo 8 minuti». Avviata un'indagine interna (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Dal mio punto di vista, la presenza di un medico a bordo dell’ambulanza non avrebbe fatto la differenza rispetto all’esito infausto dell’intervento». Così il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, cerca di smorzare le polemiche e fugare ogni dubbio sull’operato degli equipaggi del 118 intervenuti lunedì a Montepaone, in provincia di Catanzaro, nel tentativo di soccorrere Martina Morelli, morta a 23 anni, probabilmente a seguito di un arresto cardiaco.
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Indagine interna
Un caso che ha nuovamente sollevato un vespaio di polemiche sulla tempestività dei mezzi di soccorso che il commissario dell’Asp ha giudicato adeguata. Nelle ore immediatamente successive al decesso della 23enne, l’azienda sanitaria ha avviato una indagine interna. «La tragedia della giovane di Montauro ha colpito non solo la collettività ma anche tutto il personale dell’azienda di Catanzaro, me personalmente e tutti i miei collaboratori – chiarisce Battistini – perché lavoriamo perché queste cose non accadano».
L'indagine della Procura
«Per questo il mio primo pensiero è quello di far giungere alla famiglia il cordoglio mio personale e quello dell’azienda di Catanzaro. Sono a conoscenza dell’apertura di una indagine da parte dell’autorità giudiziaria e che è stata eseguita una autopsia. Questo ci rasserena - spiega il commissario - perché speriamo che all’esito di queste attività investigative si possa fare piena luce sulla vicenda che ha aspetti complessi e si possa mettere fine alle polemiche che hanno caratterizzato questa vicenda tristissima».
Soccorso adeguato
«Per quanto riguarda l’azienda, noi abbiamo avviato gli audit, all’esito del quale abbiamo verificato l’adeguatezza del comportamento di tutti gli operatori. Il primo mezzo di soccorso è giunto 8 minuti dopo la chiamata della madre e ha avviato immediatamente le manovre salvavita. Il secondo mezzo di soccorso è giunto 16 minuti dopo. Quindi i due equipaggi si sono sovrapposti nel prestare i soccorsi. Otto minuti è un tempo soddisfacente sotto il profilo della tempestività. Tutti i tempi sono registrati: le telefonate, l’arrivo dei mezzi e l’uso del defibrillatore da parte dei primi operatori».
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Mezzi demedicalizzati
Tuttavia, il primo mezzo a giungere sul posto era privo di un medico a bordo: «Da quanto ho potuto desumere dalle relazioni redatte dalle centrale 118 e dagli operatori intervenuti, la presenza di un medico sull’ambulanza non avrebbe potuto fare la differenza rispetto all’esito infausto del caso. Il soccorso è stato prestato in tempi assolutamente ottimali ed è stato adeguato. In ogni caso, il secondo mezzo con il medico è giunto dopo 16 minuti, quindi, rispettando i tempi previsti dalle linee guida nazionali. Non è usuale avere un mezzo di soccorso disponibile ad otto minuti dalla chiamata».
Medico o infermiere?
«Il tema della presenza dell’infermiere o del medico sull’ambulanza è un tema largamente dibattuto, soprattutto in Calabria» aggiunge il commissario. «Non c’è una normativa nazionale di riferimento chiara al riguardo, la quale contempla la presenza di equipaggi variamente composti. Secondo me, bisognerebbe ragionare con onestà intellettuale. In alcuni tipi di emergenza sanitaria è fondamentale la tempestività dell’intervento e la competenza di chi interviene sul posto».
Interventi cardiologici
«Questo è tanto più vero per le emergenze di natura cardiologica, che con ogni probabilità è quella di fronte alla quale ci troviamo. In questi casi è fondamentale la capacità di eseguire tempestivamente le manovre più corrette, tant’è che all’uso dei defibrillatori vengono formati anche i laici. I defibrillatori sono allocati nelle palestre, nelle piscine e nelle scuole, a dimostrazione del fatto che anche un laico può essere formato ad un intervento in emergenza».
Equipaggi con infermiere e autista
«Inoltre, dobbiamo rilevare che la maggior parte degli equipaggi del 118 nelle regioni italiane sono composti da autista e infermiere. Ci sono diversi tipi di emergenza, quello che fa premio è la competenza di chi interviene, prendendo atto da una parte della penuria di personale medico e dall’altra della crescente competenza del personale infermieristico. In tutti i contesti è ormai accettato che il primo soccorso sia prestato da chi ha le competenze per farlo al di là del titolo di studio che possiede. Questo modello evidentemente si è rivelato efficace perché ha dimostrato nel tempo che anche il soccorso prestato dall’infermiere con manovre salvavita è idoneo a stabilizzare il paziente e a portarlo con successo all’ospedale».
Il soccorso a Catanzaro
Proprio di recente, l’Asp di Catanzaro aveva adottato una serie di azioni per fronteggiare in maniera adeguata la stagione estiva, in considerazione della cronica carenza di personale che affligge ormai da anni il servizio di prima emergenza nella provincia di Catanzaro. «Il modello organizzativo predisposto si giova di 19 mezzi di soccorso su 14 postazioni. I turni sono coperti talvolta da personale medico, talvolta da personale infermieristico - specifica Battistini - in base alle disponibilità. Ritengo si tratti di un approccio adeguato perché nella stessa giornata della tragedia di Montauro abbiamo tratto in salvo una bagnante a Badolato. Ma gli stessi tempi di intervento a Montauro confermano l’adeguatezza del modello adottato, attraverso, quindi, l’impiego dell’automedica e il ricorso all’elisoccorso in zone dalla viabilità particolarmente complessa».
Nuove misure
«Abbiamo allo studio ulteriori misure per ottimizzare il 118 - anticipa il commissario - e lo sgraveremo a breve di servizi non strettamente legati all’emergenza urgenza per dedicarla esclusivamente a quello che è il suo compito primario. Anche la Regione guarda con grande attenzione a questo sistema, sta riorganizzando il 118 a livello centrale e anche da questo punto di vista siamo avanti. A breve avremo un concorso per reclutare personale da dedicare all’emergenza intra e extra ospedaliera e speriamo che partecipino medici in numero adeguato».
Lo spartiacque dello scioglimento e della pandemia
«Rilevo che l’organico del 118 nel 2020 era al completo, poi per una serie di vicende c’è stata una fuga di personale da questo settore e le criticità conseguenti alla pandemia ci hanno messo in ginocchio» fa notare il commissario. «Nel 2020 abbiamo disperso un patrimonio che oggi facciamo fatica a ripristinare. In ogni caso, c’è da rilevare che il servizio d’emergenza non è tra i più ambiti perché non ha gratificazioni contrattuali e economiche pur essendo uno strumento salvavita, perché non ha tutele. Solo nell’ultimo mese ci sono state sette o otto aggressioni a carico del personale e richiede una vocazione che non tutti sentono di possedere. Auspico, tuttavia, che a questo concorso partecipino in molti, è un settore che ne ha assoluto bisogno perché vedere la competizione tra Regioni per accaparrarsi questa disponibilità, arrivare a fornire benefit francamente risibili per attrarre personale lo ritengo poco dignitoso. È certamente una attenzione che merita attenzione urgente a livello centrale».