Dalle parole ai fatti il passo sarebbe stato breve: coltelli puntati alla gola dei calciatori presi a calci e schiaffi all'ingresso degli spogliatoi. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Fabiana Rapino, ha convocato due giocatori dell'Acri che avrebbero subito violenze prima del match e l'accompagnatore della società cosentina per comprendere l'esatta dinamica della vicenda in un'audizione durata circa tre ore. Secondo la ricostruzione dei fatti cinque persone si sarebbero avvicinate ai giocatori dell'Acri, che erano seduti al tavolo di un ristorante a pranzo,  intimandoli  a perdere la partita  altrimenti gli avrebbero spaccato le gambe. E ad un  tesserato, afferrato da un orecchio, è stato puntato finanche un coltello alla gola. Intimidazioni, minacce durate dai 30 ai 45 minuti, che in un primo momento non hanno scalfito la squadra cosentina decisa a disputare la gara. Giocatori e presidente su indicazione del dirigente accompagnatore di concerto con la Questura di Cosenza  aveva deciso nonostante tutto di arrivare allo stadio sforando  i tempi regolamentari entrando proprio all'orario di inizio dell'incontro, in attesa delle Forze dell'ordine. Ma arrivati negli spogliatoi un giocatore  viene preso a  calci e pugni al collo da uno sconosciuto e davanti agli occhi del commissario di campo. A questo punto la società dell'Acri non ha ritenuto  che ci fossero più le condizioni psicologiche ed ambientali per iniziare la partita di calcio decidendo di far saltare la competizione. Una partita che la società dell'Acri  aveva da tempo segnalato alla Questura di Cosenza ed alla Lega calabra. "Avevamo verbalmente più volte sollecitato – si legge nel sito della società calcistica dell'Acri che ha dato anche la notizia dell'accaduto -  il presidente Mirarchi di segnalare questa competizione alla Procura federale perchè varie erano state le minacce ricevute nei mesi scorsi. Ci auguriamo che le istituzioni federali presenti facciano per intero il proprio dovere e soprattutto si assumano il coraggio di dire la verità. Da parte nostra nessuna offesa alla comunità di Guardavalle che certamente non può essere rappresentata da questi soggetti. Chiediamo di essere ascoltati dal giudice sportivo in contraddittorio con il commissario di campo prima di ogni decisione, precisando che se non ci dovesse essere giustizia assumeremo ogni determinazione anche in maniera eclatante".


Gabriella Passariello