«Serve migliorare la qualità di quello che è già presente sul territorio e siamo qui proprio per questo, per sostenere l’azione dei sindaci e associazioni e dare maggiore strutturazione all’accoglienza, fenomeno destinato a proseguire nei prossimi mesi».

Dopo la tappa vibonese il capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno Valerio Valenti è stato oggi anche a Roccella Ionica per fare il punto sulla situazione degli arrivi di stranieri nella fascia ionica della provincia di Reggio Calabria, e in particolare a Roccella, incontrando il sindaco Vittorio Zito, che nelle settimane scorse aveva segnalato la situazione di emergenza che si vive nella cittadina ionica a causa dei continui sbarchi di migranti. Negli ultimi due anni a Roccella ci sono stati 150 sbarchi, per un totale di 15 mila profughi. Il prefetto, accompagnato dal primo cittadino e dal sottosegretario Wanda Ferro, ha visitato la tensostruttura realizzata nell'area portuale che viene utilizzata per la prima accoglienza dei migranti, gestita dai volontari della Croce rossa e della Protezione Civile e da una equipe di Medici senza frontiere.

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«Qui l’emergenza è stata affrontata in maniera più strutturata che altrove – ha spiegato Valenti - i numeri che in questo momento interessano gli sbarchi portano a questo. Investimenti? Oggi non ci sono tanti milioni di euro da sperperare, bisogna operare in sinergia con le istituzioni, serve intervenire mettendo a sistema tutto quello che il paese è in grado di dare. Alcune risorse saranno necessarie e ci siamo fatti un’idea di quali siano le priorità». Tra le ipotesi sul tavolo del Ministero l’ampliamento della tensostruttura già presente al porto e il recupero dell’ex ospedaletto all’ingresso della cittadina ionica, che necessiterà di una ristrutturazione.

Poco prima dell’arrivo di Valenti alcuni migranti ospiti della tensostruttura all’interno dell’area portuale di Roccella Jonica hanno accennato ad un pacifico sit-in esponendo alcuni cartelli con la scritta “Non sono felice”. Il riferimento è alla circostanza di lungopermanenza che stanno vivendo dallo scorso 27 marzo, giorno dell’ultimo approdo di disperati sulle coste della Locride. La situazione è subito rientrata dopo l’intervento della Polizia.