La legale Livia Vicchio: «Non ci sono prove sufficienti». La contestazione riguardava la mancata collaborazione con l'autorità libica nell'operazione di soccorso di migranti poi giunti al porto di Reggio lo scorso 10 marzo
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«Una prima sentenza di merito, dopo l'entrata in vigore del decreto Piantedosi, che è anche di accoglimento, quella con la quale il tribunale di Reggio Calabria si è pronunciato sul ricorso presentato dalla ong tedesca Sea Eye. Siamo molto soddisfatti. Il giudice non ha ritenuto sufficienti le prove a carico delle accuse mosse all'equipaggio dal governo italiano. Accuse secondo le quali l’equipaggio della nave non avrebbe seguito le istruzioni della autorità libica durante il soccorso dello scorso marzo». È quanto dichiara la legale della ong Sea Eye, Livia Vicchio.
«Una prima sentenza perchè gli altri giudizi di merito sono ancora in corso. La ong sta adesso valutando se avviare anche la richiesta di risarcimento danni per il periodo lungo di inattività forzata e illegittima dell'imbarcazione», continua la legale.
L'equipaggio della ong tedesca a bordo della Sea Eye 4 era stato accusato di non avere collaborato con la guardia costiera libica nell’operazioni di soccorso di 144 migranti poi giunti al porto di Reggio lo scorso 10 marzo.
Il ricorso era stato presentato da Gorden Isler, Dominik Reisinger, nella qualità di legali rappresentanti della “Sea-Eye 4” e nella qualità di legali rappresentanti di Sea Eye E.V. e di Paval Botica. L'azione chiamava in causa Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Capitaneria di Porto e Guardia Costiera di Reggio Calabria. E anche Ministero dell’economia e delle finanze, Guardia di finanza e del Ministero dell’interno. Tutte amministrazioni adesso condannate alle spese.
Il giudizio aveva anche avuto una fase sospensiva, conclusasi con il rigetto della richiesta della ong tedesca. La fase di merito aveva subito un rinvio al prossimo 5 giugno. L‘Avvocatura di Stato aveva, infatti, opposto l’eccezione della sopravvenuta carenza di interesse. La nave era già in mare a soccorrere per la decorrenza dei termini dei 60 giorni nelle more del giudizio. La ong aveva manifestato tutta l’intenzione di arrivare a una pronuncia di merito che ieri è arrivata ed è stata di accoglimento dell’istanza di annullamento del fermo.
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