Serata di domenica impegnativa per la guardia di finanza impegnata in due diverse operazioni contro l’immigrazione clandestina. Due presunti scafisti sono stati arrestati dalle Fiamme gialle, mentre più di 300 migranti sono stati messi in salvo.

Le operazioni hanno preso avvio quando un velivolo della guardia di finanza in perlustrazione avanzata sul mediterraneo centrale ha segnalato l’avvicinamento alle coste italiane di un motopeschereccio stipato di migranti e di una barca a vela rispettivamente dirette verso lo stretto di Messina e il golfo di Squillace.

Nel corso della notte la prima imbarcazione è stata tenuta sotto controllo da un pattugliatore del Gruppo aeronavale della guardia di finanza di Messina che ne ha monitorato i movimenti sino al suo ingresso nelle acque territoriali italiane, a sud est di Reggio Calabria quando, insieme a un guardacoste della Sezione operativa navale di Reggio Calabria hanno fermato la fatiscente imbarcazione che trasportava 280 migranti di provenienza egiziana, bengalese e siriana, prendendone il controllo e scortandola sino al porto di Reggio Calabria.

Mentre si concludeva la fase operativa in mare del primo intervento, una vedetta della sezione operativa navale della guardia di finanza di Crotone individuava una barca a vela che si stava inoltrando alla massima velocità consentita dal proprio motore nella foce del fiume Neto, incagliandosi profondamente sul fondale poco profondo.

I militari sono intervenuti immediatamente, salendo a bordo del natante per impedire la fuga di coloro che gestivano la barca e prendere il controllo della situazione.

Con il supporto di un pattugliatore del gruppo aeronavale della guardia di finanza di Taranto, i militari hanno provato a disincagliare il natante e, visti i risultati negativi, hanno trasbordato su una motovedetta delle capitanerie di porto di Crotone, nel frattempo giunta sul luogo delle operazioni, i 78 migranti prevalentemente di nazionalità afgana e iraniana.

I finanzieri hanno identificato due sospetti di nazionalità kirghisa e kazaka probabili conduttori della traversata, fermandoli quali indiziati di delitto e mettendoli a disposizione dell’autorità giudiziaria crotonese.