VIDEO | La polizia municipale, la protezione civile e le associazioni di volontariato stanno lavorando per allestire la macchina. Le manifestazioni di interesse riguardano procedure per i servizi fornitura pasti, igienici e tendostrutture
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Il comune di Reggio Calabria, da sempre frontiera di approdo di migranti, si sta preparando ad una nuova stagione di accoglienza. Mentre si nega ancora l’evidenza di un fenomeno storico fisiologico che tutto è tranne che un’emergenza, ossia una situazione improvvisamente sorta e da gestire, l’Italia, con le sue regioni più a Sud come la Sicilia e la Calabria, si ritrova ancora la frontiera di un’Europa che indugia e non si assume alcuna responsabilità.
I flussi migratori, mai totalmente fermartisi nonostante il Covid, stanno tornando drammaticamente a solcare il mare Mediterraneo, segnandolo con morte e disperazione. Un’angoscia raccontata dai tanti i cadaveri, anche di bambini, che il mare restituisce. Un urlo di dolore che non trova ascolto.
Mentre l’Italia lavora sul fronte della lotta agli scafisti e sulla flessibilità sui rimpatri, i territori più a Sud si preparano ad accogliere questa umanità in fuga dalla violenza e dalla povertà.
In questo contesto, nei giorni scorsi il Comune di Reggio Calabria ha messo a gara l'affidamento per il triennio 2021/2023 della gestione dei servizi di accoglienza di titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati nell’ambito del Siproimi, con un valore di appalto che supera il milione di euro. Inoltre, nello specifico, il settore Polizia Municipale, servizio Protezione Civile, sta lavorando per allestire la macchina dell’accoglienza e ha già pubblicato tre avvisi.
Migliaia sono stati i migranti accolti, sotto la supervisione della Prefettura, al porto di Reggio Calabria negli anni scorsi, grazie anche al contributo prezioso dei volontari e delle volontarie del coordinamento sbarchi, di matrice diocesana ma aperto al contributo di tutti. Sempre disponibili, anche adesso, a servire il prossimo.
«Con il cuore siamo pronti. Noi ci siamo dove c’è necessità, forti di un’esperienza unica e significativa che abbiamo condiviso negli anni scorsi quando siamo andati al porto che accogliere con le nostre braccia e il nostro calore, l’umanità sofferente e disperata in fuga da guerre e miseria e sopravvissuta al mare e ad un viaggio pericoloso. Abbiamo incontrato migliaia di persone, uomini, donne e bambini anche piccolissimi, abbiamo condiviso il loro dolore, ascoltato le loro storie, sofferto per il loro vissuto e gioito per il loro nuovo inizio; abbiamo riso e abbiamo pianto. Una ricchezza che ci portiamo dentro e che custodiamo come un tesoro prezioso», ha spiegato Bruna Mangiola del coordinamento diocesano Sbarchi di Reggio Calabria.
Un servizio che ormai mancherà di una delle sue anime più appassionate, quella di Velia Nicolò, recentemente scomparsa a causa di un male. «Mai si è risparmiata quando ce n’è stato bisogno. La sua dolcezza, il suo sorriso, la sua generosità non sono mai mancati a casa di Lena, come al porto di Reggio, come in strada al momento di distribuire la mensa alle persone senza fissa dimora. Fino a poco prima di stare molto male, Velia era qui a servire il prossimo. Tutti abbiamo perso una sorella», ha sottolineato Bruna Mangiola che ha annunciato la volontà di dedicare alla sua memoria un angolo dell’help center Casa di Lena, che a Reggio si pone come riferimento per contrastare i fenomeni di disagio sociale presenti nella zona urbana e nelle stazioni, dove Velia ha prestato a lungo il suo amorevole servizio.