In alcuni casi a firmare i certificati giustificativi erano familiari. Tredici i professionisti sottoposti a sequestro preventivo. Alcuni avrebbero accumulato oltre 170 giorni di assenza dal lavoro
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In alcuni casi i presunti falsi certificati erano firmati dagli stessi familiari degli operatori del 118, medici a loro volta "compiacenti" e disponibili ad attestare la presenza di patologie inesistenti. Liberi dal servizio così alcuni operatori si dedicavano a svolgere attività assistenziali privatamente o si spostavano senza troppe difficoltà sul territorio provinciale e nazionale.
Visite odontoiatriche
Emerge anche questo dalle carte dell'inchiesta Moliere messa a segno questa mattina dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura di Catanzaro. Ad esempio, Giuseppe Foderaro risulta assente dal servizio per quattro mesi consecutivi - dal novembre 2019 al marzo 2020. Nelle conversazioni captate dalle fiamme gialle l'operatore del 118 sostiene: «Troppo tempo mi impegna e nemmeno una volta a casa. Non posso davvero, in un mese nemmeno una volta a casa. Impossibile, proprio impossibile». Ma nel periodo coperto dalla certificazione medica, Foderaro avrebbe svolto privatamente l'attività di odontoiatra «a dimostrazione della sua capacità di svolgere attività lavorativa» annota il Gip Valeria Isabella Valenzi.
In malattia ma a Roma
E non era il solo, Antonio Scerra si sarebbe assentato dal lavoro diverse volte tra il settembre 2019 e il marzo 2020, svolgendo però parallelamente l'attività di odontoiatra privatamente oltre a spostarsi liberamente per il territorio provinciale e anche a Roma nei periodi di presunta malattia. L'operatore è fra quelli che avrebbe beneficiato di un certificato medico sottoscritto dalla moglie Antonia Lucia Lucano. Così come Antonio Sacco, assente sul lavoro per malattie attestate dal padre, Vincenzo Sacco medico convenzionato con il servizio sanitario.
Tutti i malanni
Alcuni affetti da lombosciatalgia ma senza problemi di mobilità, altri adducevano le più variegate malattie - prostatite acuta, cistoscopia per stenosi bulbare - e dinnanzi alle ritrosie espresse dal proprio medico curante, si rivolgevano ad altri fornendo indicazioni specifiche sulla durata del certificato. Così Francesco Lupia: «Giacché oggi finisco i 15 giorni, il certificato puoi farlo anche il 7, con data 5, giusto?». Il certificato veniva così rilasciato il 5 gennaio 2020 per 15 giorni in relazione a presunti disturbi minzionali senza, tuttavia, mai essere sottoposto a visita. Scrive il Gip: «Il dottor Lupia ha ottenuto di volta in volta e senza soluzione di continuità diversi certificati tutti attestanti malattie diverse senza essere visitato. Anche al telefono non esplicitava mai i propri disturbi, concertando addirittura con il medico i contenuti delle certificazioni da rilasciargli, anche in merito alle data da indicare».
Il gruppo delle indennità
Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza erano almeno i tre i gruppi di assenteisti, animati però da diverse motivazioni. «È emersa l'esistenza di una concertazione tra alcuni medici operanti presso l'Asp di Catanzaro - annota il Gip - diretta ad organizzare una conteporanea messa in malattia al fine di esercitare pressioni sull'Ente a seguito della decurtazione stipendiale». La delibera adottata dalla commissione prefettizia che sospendeva e avviava il recupero delle somme erogate agli operatori sotto forma di indennità - ritenuta illegittima.
Assenteisti per paura del Covid
Un altro gruppo motivato dal timore di contrarre il covid. «Non a caso - si legge sempre nel decreto di sequestro - l'assenza dal lavoro coincide perfettamente con l'inizio della pandemia e si estende al periodo di massima estensione del virus». E infine, un gruppo di sostanziali assenteisti le cui ragioni sono rimaste ignote. «Alcuni di loro nonostante il periodo di malattia continuavano ad esercitare l'attività professionale privata o si trovavano addirittura fuori regione».
Il meccanismo
Il meccanismo consisteva nell'ottenere un indennizzo dalla società assicuratrice, poichè per i primi trenta giorni di assenza per malattia interviene una assicurazione in conseguenza di un accordo sottoscritto con l'Enpam a cui carico sono posti i premi assicurativi. Quest'ultima effettua il versamento dei premi assicurativi in favore società di assicurazione per i sinistri aperti in conseguenza di malattia o infortunio del medico assicurato. La copertura assicurativa viene garantita per i primi 30 giorni di malattia e, per i medici di emergenza sanitaria, prevede un indennizzo pari alle competenza spettanti in ragione delle ore di servizio non effettuate durante il periodo di assenza per infortunio e malattia, risultanti dalle dichiarazioni delle aziende sanitarie di appartenenza.
I sequestri
Da qui il sequestro preventivo per un valore di 46mila euro operata nei confronti di alcuni operatori del 118 per il reato contestato di truffa aggravata. Sono complessivamente 13 i medici che si sono visti applicare questa misura, in particolare:
- Francesco Lupia (173 giorni): 8.350 euro
- Giuseppe Foderaro: 404 euro
- Emilio Leuzzi (104 giorni): 1.866 euro
- Pasqualina Gargiulo (90 giorni): 13.721 euro
- Francesca Mazza (90 giorni): 6.851 euro
- Anna Leuzzi (49 giorni): 508 euro
- Emma Loiero (39 giorni): 3.534
- Antonio Scerra (30 giorni): 299 euro
- Angela Stranieri (21 giorni): 1.117 euro
- Rosina Palermo (20 giorni): 2.268
- Antonio Sacco (15 giorni): 1.974
- Maria Giovanna Costanzo (15 giorni): 155 euro
- Maria Rita Foresta (10 giorni): 1.322 euro
I medici indagati che firmavano le certificazioni false
- Elisabetta Burdino,
- Antonia Arabia,
- Samuel Staglianò,
- Antonio Severini,
- Paolo Canino,
- Antonio Maria Putortì,
- Domenico Alberto Tavano,
- Antonio Scuteri,
- Vincenzo Lentini,
- Teresa Tropea,
- Bruno Giuseppe Viscomi,
- Vittorio Ventura,
- Luigi Puccio,
- Aristide Anfosso,
- Annibale Battaglia (deceduto),
- Antonia Lucia Lucano,
- Costantino Marcello Laface,
- Giuseppe Parentela,
- Vincenzo Sacco,
- Michele Di Cello,
- Rosetta Caristo,
- Francesco Romano,
- Antonino Simio.