Le dichiarazioni in un verbale dell'aprile del 2019 in cui il collaboratore di giustizia dettaglia i presunti rapporti con Giancarlo Pittelli e altri avvocati catanzaresi
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Petrini querela Mantella. L'esposto è stato depositato nella giornata di ieri e chiama in causa alcune dichiarazioni rese alla Procura di Salerno da Andrea Mantella durante un interrogatorio del 4 aprile del 2019. In quel verbale il collaboratore di giustizia forniva agli inquirenti alcuni dettagli sui presunti rapporti intrattenuti da Giancarlo Pittelli, indagato eccellente della maxi-inchiesta Rinascita Scott, e l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello, Marco Petrini, già condannato a quattro anni di reclusione per il reato di corruzione in atti giudiziari.
«Massone deviato»
Andrea Mantella specificava che: «Negli ambienti della criminalità organizzata e, in particolare, da Domenico Bonavota, da Ernesto Grande Aracri, dallo stesso Giovanni Abramo e anche da Nicolino Grande Aracri ho appreso che il presidente Petrini era a sua volta un massone deviato, chiamato in gergo il bolognese. Sempre Domenico Bonavota e Ernesto Grande Aracri mi hanno riferito che vi erano rapporti di amicizia fra l'avvocato Staiano e e il dottore Petrini e che quest'ultimo gradiva avere qualche regalo in cambio di ammazzare sentenze, preferibilmente denaro, orologi o comunque beni che non lasciano traccia».
I canali privilegiati
Il collaboratore di giustizia continuava ancora: «Nell'ambiente che ho frequentato lo chiamavano il bolognese, quello con la gonnella o il porco. In merito a quest'ultima soprannome riferisco che il riferimento è anche alle donne. Ribadisco che Marco Petrini fa parte della congrega sopra descritta e che mangia come un porco. Accetta soldi cash, auto a noleggio e soggiorni turistici, orologi e piacere sessuale in genere. I canali privilegiati per accedere al dottor Petrini sono Salvatore Staiano, Giancarlo Pittelli, Anselmo Torchia, Nicola Cantafora e Francesco Gambardella i quali tutti svolgono attività di avvocato».
Petrini querela
«Si tratta di affermazioni palesemente non corrispondenti a verità e gravemente offensive». Si legge nell'esposto presentato da Marco Petrini difeso dall'avvocato Francesco Calderaro. «Egli non ha mai fatto parte di alcuna loggia massonica deviata o meno che fosse né di alcuna congrega. Gli avvocati menzionati dal Mantella non hanno mai costituito alcun canale privilegiato tramite il quale accettare soldi cash, auto a noleggio, soggiorni turistici, orologi e piaceri sessuali in genere. Dunque, le menzogne riferite agli inquirenti dal collaboratore di giustizia e la connessa lesione dei suoi diritti si stagliano con nettezza e sono idonee a cristallizzare all'istante una o più ipotesi di reato ai suoi danni.
Mantella ha proferito circostanze assolutamente false e gratuitamente diffamatorie. Le sue dichiarazioni sono tante inesatte quanto calunniose, siccome oggettivamente lesive. Si segnala incidentalmente che egli non è di origini bolognesi e il soprannome di porco assegnatogli dal collaboratore è tanto volgare quanto irriguardoso».