Il noto autore e giornalista calabrese racconta la sua disavventura e annuncia che denuncerà il caso in Procura: «Con me non la passerete liscia»
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Ci sono due tipi di persone che possono finire loro malgrado vittime della malasanità calabrese, quelle che non rivendicano i propri diritti e quelle che invece promettono: «Con me non la passerete liscia». Mimmo Gangemi, noto scrittore e giornalista calabrese, fa parte di questa categoria e ha deciso di raccontare in un post su Facebook quanto gli è accaduto, promettendo che domani, lunedì, si recherà in Procura per denunciare. «Ho sempre difeso la mia terra, anche quando sembrava indifendibile, e forse lo era - scrive - . Mi sono rotto. Troppe ne vedo. Ora è capitata a me, dopo che due mesi fa un fatto più grave, per fortuna finito non tragicamente, ma con conseguenze serie, era toccato a un altro componente della mia famiglia».
Poi si addentra nel racconto dei fatti, che ruotano intorno al mancato intervento del 118.
«Stamattina sono stato male, con lunga perdita di coscienza – riferisce -. Chi mi ha soccorso ha chiamato il 118. Lo ha chiamato ripetutamente senza ricevere risposta. Io, essendo privo di sensi, solo quando sono stato meglio ho potuto ricostruire che la chiamata al 118 è stata tenuta in attesa per un tempo tra i 10 e i 15 minuti; dopo, il 118 ha risposto alla chiamata di un medico accorso nel frattempo, ma anche qui la delusione, l’ambulanza non sarebbe potuta partire o arrivare (non ho certezza su quale dei due sia stato il responso) prima di 1/2 ora, e il tragitto da dove ero fino all’ospedale è di 10/12 minuti. Si è dovuto ricorrere a un’ambulanza privata. Nel ringraziare i solleciti e coscenziosi interventi a mio sostegno per un malore che per fortuna si è poi rilevato “aggiustabile” e non grave come s’era temuto sulle prime, manifesto il mio disprezzo, con tanto di sputo, per gli operatori silenti della sanità pubblica che si pagano uno stipendio elargito da tutti noi. Non so chi siano. Intanto, lunedì mattina farò formale denuncia alla Procura e allerterò i vertici della sanità calabrese».
Gangemi, autore tra l’altro del Giudice meschino, interpretato sul piccolo schermo nel 2014 da Luca Zingaretti, non intende fermarsi a quanto accaduto a lui personalmente: «Aggiungerò benzina sul fuoco riguardo la denuncia anche sul caso di malasanità, già citato, che ha colpito un componente della mia famiglia. I medici che non sanno fare il proprio mestiere, causando danni irreversibili o peggio, devono essere fermati prima che ne compiano altri. Gli operatori che non rispondono al 118 devono rispondere della gravità del loro gesto».
Infine, il ricordo di un episodio successo tempo fa: «Mi torna in mente la morte 4 anni fa di Seba, mio amico e fratello, mancato perché l’ospedale di Rossano per otto ore rifiutò, sì, rifiutò, di mandare l’ambulanza, quando poi, a sera, si decise a farlo, Seba duró vivo dieci minuti. Lo scrissi in prima pagina su Il Dubbio. E nessuno ebbe faccia di smentirmi. Ma la Procura mi risulta sia rimasta immobile. Calabria da ricostruire. Sia chiaro: con me non la passerete liscia».